CATANIA – Anche la Cisal Catania esprime forte preoccupazione per l’annuncio di 206 esuberi da parte della STMicroelectronics nello stabilimento etneo, emerso nel corso del tavolo interministeriale convocato presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Un annuncio grave e inaccettabile che colpisce direttamente il futuro occupazionale di centinaia di famiglie e rischia di compromettere il ruolo strategico del polo catanese nell’industria dei semiconduttori.
Caso STMicroelectronics, Lo Schiavo: “Inaccettabili i 206 esuberi a Catania”
“È assurdo apprendere una notizia di questa portata in un contesto in cui la Regione Siciliana ha stanziato ben 300 milioni di euro di cofinanziamento pubblico senza avere ottenuto in cambio garanzie chiare sulla salvaguardia dell’occupazione – dichiara Giovanni Lo Schiavo, responsabile provinciale della Cisal Catania –. L’assenza fisica dei massimi rappresentanti della Regione al tavolo romano è un segnale allarmante di disinteresse verso il destino industriale e produttivo del nostro territorio”.
La Cisal sottolinea come la nuova fase di transizione tecnologica avviata da STM non possa tradursi in un semplice scarico dei costi dell’innovazione sui lavoratori.
“Serve un fronte compatto per difendere il lavoro”
“Automazione e sviluppo non possono essere sinonimo di licenziamenti – continua Lo Schiavo –. Se davvero Catania è un sito strategico per l’azienda, ciò va dimostrato con un piano di rilancio che tenga al centro l’occupazione, la riqualificazione professionale e la valorizzazione delle competenze locali. In caso contrario, siamo davanti a un paradosso: si finanzia il progresso ma si sacrifica il lavoro”.
La Cisal chiede alla Regione Siciliana di uscire dal silenzio e assumere una posizione ferma e coerente. “È il momento della responsabilità politica e istituzionale – conclude Lo Schiavo –. Serve l’immediata convocazione di un tavolo regionale permanente, con sindacati e parti sociali, e il coinvolgimento attivo della Presidenza della Regione, affinché venga definita una strategia condivisa per salvaguardare ogni posto di lavoro. Catania non può essere considerata solo un punto sulla mappa degli investimenti, ma un presidio industriale da tutelare con forza e determinazione”.
La Cisal continuerà a seguire con attenzione l’evolversi della vicenda in vista del prossimo incontro previsto per il 12 settembre, e annuncia la propria disponibilità a partecipare ad ogni iniziativa utile a difendere i diritti dei lavoratori e il futuro produttivo del territorio etneo.