REGALBUTO – Monta la protesta del mondo agricolo catanese dopo la chiusura improvvisa della diga di Pozzillo, in territorio di Regalbuto, da parte di Enel, senza comunicazioni ufficiali alle organizzazioni di categoria. Una chiusura, che secondo fonti ufficiose dovrebbe durare almeno tre giorni, ha fatto scattare l’allarme tra gli agricoltori, già in ginocchio a causa della crisi idrica e delle infrastrutture obsolete.
La chiusura improvvisa della Diga di Pozzillo
“È la goccia che fa traboccare il vaso. Questa chiusura è intollerabile”, denuncia Giosuè Arcoria, presidente di Confagricoltura Catania, che punta il dito contro l’assenza di comunicazioni da parte degli enti gestori. “È gravissimo che nessuno abbia ritenuto necessario informare noi e le altre organizzazioni. Evidentemente l’agricoltura non viene considerata. Siamo trattati come l’ultima ruota del carro”.
La rabbia del comparto agricolo nasce anche dal fatto che la chiusura attuale segue un precedente stop di due giorni, avvenuto appena la scorsa settimana. Aggravando ulteriormente la già precaria situazione della distribuzione irrigua nella Piana di Catania, che interessa le province di Catania, Enna e Siracusa.
L’allarme di Confagricoltura Catania
“È inaccettabile – aggiunge Arcoria – trovarsi a fronteggiare una crisi idrica con una rete di distribuzione colabrodo, e adesso anche con la chiusura senza preavviso della principale diga del territorio. Chiederemo subito un incontro al Prefetto di Catania, che finora ha mostrato attenzione e disponibilità. Ma se non avremo risposte concrete e immediate, siamo pronti a scendere in piazza con una manifestazione”.
La richiesta degli agricoltori è chiara: chiarezza sui motivi della chiusura della diga e, soprattutto, garanzie certe sulla continuità dell’approvvigionamento idrico per le campagne in un momento cruciale della stagione agricola.