LAMPEDUSA – Eseguito a Lampedusa un decreto di fermo a carico di un presunto scafista egiziano, ritenuto responsabile del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. L’operazione è il risultato di un’articolata attività investigativa coordinata dalla Procura della Repubblica di Agrigento e condotta congiuntamente dalla Polizia di Stato – Squadra Mobile di Agrigento, dal Servizio Centrale Operativo, dalla SISCO di Palermo e dalla Guardia di Finanza – Sezione Operativa Navale di Lampedusa.
Il fermo a Lampedusa di un presunto scafista
Secondo le accuse, l’uomo avrebbe condotto una barca in vetroresina lunga circa dieci metri, trasportando a bordo settanta migranti. Il mezzo, del tutto inadeguato ad affrontare la traversata del Mediterraneo, avrebbe messo in serio pericolo la vita e l’incolumità delle persone trasportate.
L’inseguimento
Durante l’intervento delle forze dell’ordine, il presunto trafficante, con il volto coperto da un passamontagna nero, avrebbe ignorato l’ordine di fermarsi, accelerando invece la navigazione verso le coste di Lampedusa. Solo dopo un inseguimento in mare durato oltre venti minuti, l’uomo ha arrestato la corsa, consentendo il soccorso dei migranti.
Le testimonianze e le accuse
Le indagini, supportate dalle dichiarazioni rese dai migranti, hanno permesso di delineare un quadro probatorio ritenuto sufficiente per l’emissione del fermo. All’indagato vengono contestate le aggravanti previste dall’art. 12 del decreto legislativo 286/98: l’ingresso irregolare di più di cinque persone, l’esposizione a pericolo per la vita o l’incolumità dei migranti e l’aver agito per trarne profitto.
Il fermato è stato condotto nel carcere di Agrigento. Le indagini sono ancora in corso.
Le immagini video
Note
Si precisa che, in base al principio di presunzione di innocenza, la responsabilità penale dell’indagato dovrà essere accertata con sentenza definitiva.