PALERMO – La Corte dei conti d’appello, presieduta da Vincenzo Lo Presti, ha condannato Rosa Vicari, dirigente comunale, e l’ex assessore al Patrimonio Roberto D’Agostino a risarcire il Comune di Palermo per i mancati introiti derivanti dalla gestione dello stadio Renzo Barbera da parte della fallita Us Città di Palermo spa.
Il danno stimato è di circa 700mila euro.
Le sanzioni
Secondo quanto stabilito dalla sentenza, la dirigente dovrà versare poco più di 42mila euro, mentre all’ex assessore è stata imposta una sanzione di 1.700 euro.
In entrambi i casi, si tratta di una riduzione del 90% rispetto all’importo inizialmente contestato.
L’origine del danno erariale
Il danno erariale è stato segnalato il 7 ottobre 2020 dai revisori dei conti e, successivamente, il 16 ottobre dallo stesso ragioniere generale del Comune.
Secondo la ricostruzione, la società calcistica ha usufruito dell’impianto a partire dal 2004 senza corrispondere il canone previsto, appellandosi alla compensazione per i lavori di manutenzione straordinaria svolti a proprie spese.
Convenzioni e irregolarità
La convenzione triennale stabiliva un canone annuo di 315.000 euro oltre IVA, da pagare in rate trimestrali anticipate, con obbligo di polizza fideiussoria a garanzia. Tuttavia, dopo la scadenza della concessione del 10 settembre 2014, la società ha continuato a usare l’impianto senza titolo, in assenza di un nuovo contratto regolarmente approvato.
Un nuovo schema di concessione, predisposto per sei anni (2014–2020), venne adottato dalla giunta comunale con delibera n. 36 del 10 marzo 2015, ma mai approvato dal Consiglio comunale. Tale schema non prevedeva alcuna fideiussione né ulteriori oneri per l’affidamento dell’impianto.
Le responsabilità
Secondo la Procura contabile e i giudici, la mancata riscossione sarebbe da imputare a chi era a capo dell’unità organizzativa competente del Comune in quel periodo. È stata coinvolta nel procedimento anche la dirigente Paola Di Trapani, che però è stata assolta da ogni responsabilità.