Catania, operazione Naumachia: altre 4 misure. Gli “stipendi” per le famiglie dei detenuti dei Nizza

Catania, operazione Naumachia: altre 4 misure. Gli “stipendi” per le famiglie dei detenuti dei Nizza

CATANIA – A seguito degli interrogatori preventivi disposti nell’ambito dell’operazione Naumachia a Catania dalla Procura etnea nei confronti di alcuni indagati, i Carabinieri del Comando Provinciale locale hanno dato esecuzione a una nuova ordinanza di misure cautelari. Colpiti altri quattro soggetti. Il provvedimento è stato emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale etneo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

Altre 4 misure nell’ambito dell’operazione Naumachia a Catania

In particolare, due degli indagati sono stati sottoposti alla misura degli arresti domiciliari, mentre per gli altri due sono stati disposti l’obbligo di dimora e l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. I quattro sono gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di ricettazione e di acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catania, aveva già portato all’emissione di 38 misure cautelari (di cui 37 in carcere e una ai domiciliari) per reati quali:

  • associazione di tipo mafioso
  • associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti
  • detenzione e cessione di droga
  • detenzione e porto di armi comuni e da guerra
  • ricettazione
  • estorsione.

Tutti reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso e con finalità di agevolare il sodalizio criminale.

Gli “stipendi” per le famiglie dei detenuti del clan Nizza

I destinatari delle nuove misure sono ritenuti contigui al gruppo mafioso dei Nizza, storica articolazione del clan Santapaola-Ercolano, attivo nella città di Catania e nel suo hinterland. Le attività investigative hanno permesso di delineare un sistema stabile e strutturato per la gestione delle risorse economiche del clan. Questo era fondato sull’erogazione regolare di somme di denaro – i cosiddetti “stipendi” – alle famiglie dei sodali detenuti. Il fine era quello di mantenere la coesione interna del gruppo e scoraggiare eventuali collaborazioni con la giustizia.

In particolare, secondo quanto emerso, Ivana Maugeri e Francesca Mirabella – rispettivamente mogli di Salvatore e Daniele Nizza – avrebbero percepito mensilmente fino a 2.500 euro. Somme ritenute provento di attività illecite. Il tutto a sostegno delle rispettive famiglie. E a conferma della solidità organizzativa e del radicamento del sodalizio criminale sul territorio.