BELPASSO – Sono stati individuati e fermati, da parte dell’arma dei carabinieri, i due autori della rapina avvenuta lo scorso 3 aprile, nella gioielleria di via Vittorio Emanuele, a Belpasso (Catania). L’operazione è stata supportata anche dalle competenze scientifiche del raggruppamento investigazioni scientifiche RIS di Messina.
Le dinamiche intorno alla rapina di Belpasso
L’estorsione, avvenuta intorno alle 17,30, aveva visto come protagonisti due individui, entrati nel negozio fingendosi clienti. Una volta acquisita la fiducia dei proprietari, uno dei due ha estratto la pistola minacciando il titolare mentre il complice, armato di coltello, teneva ferma la moglie. I due coniugi sono poi stati colpiti da calci e pugni, immobilizzati e legati con del nastro adesivo.
I rapinatori hanno poi svuotato la cassaforte, estraendo i gioielli dalle vetrine del negozio e infilando la refurtiva dentro una borsa della spesa. Un terzo complice è poi intervenuto poco dopo, tentando di manomettere il sistema di videosorveglianza ma fallendo grazie al pronto intervento della vittima. I tre rapinatori, compresa la situazione, sono così fuggiti a bordo di una berlina nera.
Una volta liberati, i gioiellieri, hanno contattato i carabinieri, giunti immediatamente sul posto pronti ad avviare le indagini. Un’analisi dei filmati di videosorveglianza, insieme alla raccolta di alcune testimonianze, ha poi permesso di risalire a un 36enne, residente a Paternò e gravato da numerosi reati contro il patrimonio. Le immagini delle telecamere sono poi state combinate con le foto segnaletiche, presenti nella banca dati delle forze dell’ordine, confermando l’identità del rapinatore.
Fondamentale anche l’intervento del RIS di Messina, che ha isolato i frammenti delle impronte digitali dal nastro adesivo usato durante la rapina. L’analisi di tali ritrovamenti ha, infatti, permesso di identificare un secondo individuo: un 40enne residente nella medesima zona.
Le responsabilità dei due rapinatori
Il lavoro degli inquirenti ha poi permesso la ricostruzione dettagliata delle dinamiche intorno alla rapina, oltre che il percorso dei rapinatori per raggiungere la gioielleria. La vettura infatti, ripresa dalle telecamere di sicurezza, ha permesso di seguire i movimenti dei tre malviventi, permettendo ai carabinieri di recuperare i telefoni delle vittime, gettati durante la fuga.
Basandosi, dunque, sugli indizi raccolti per i due rapinatori fermati è richiesta una misura cautelare. L’autorità giudiziaria ha inoltre disposto, nei confronti dei due, il trasporto dentro il carcere di Piazza Lanza, a Catania. Nei loro confronti vige, tuttavia, la presunzione d’innocenza, valevole da ora fino a condanna definitiva.
Sono tutt’ora in corso le indagini per identificare il terzo complice, a dimostrazione della tempestività e dell’efficacia conseguite dall’arma dei carabinieri.