“Siamo in gabbia come polli”: l’appello di Gaetano Mirabella Costa dall’Alligator Alcatraz

“Siamo in gabbia come polli”: l’appello di Gaetano Mirabella Costa dall’Alligator Alcatraz

MIAMI – «Siamo letteralmente in gabbia, come in un pollaio. Fateci uscire da questo incubo». È l’accorato appello lanciato ai microfoni del Tg2 da Gaetano Mirabella Costa, cittadino italiano di origini siciliane, detenuto da otto giorni nel centro per migranti irregolari Alligator Alcatraz, in Florida.

Il 45enne, originario di Taormina, ha denunciato le gravissime condizioni di detenzione all’interno della struttura, dove, secondo il suo racconto, sarebbe rinchiuso in una cella con altre 31 persone: «Siamo in 32 in una gabbia, i bagni sono aperti, tutti ti vedono. Non ho la possibilità di parlare con un avvocato né con un giudice», ha spiegato.

A rafforzare il grido d’allarme del detenuto, anche le parole della madre, Rosanna Mirabella Costa, che ha riferito sempre al Tg2 un episodio inquietante: «Mio figlio è stato portato in udienza con catene ai piedi e alle mani».

Le istituzioni italiane stanno seguendo la vicenda attraverso il Consolato Generale a Miami e l’Ambasciata a Washington.

La Farnesina ha fatto sapere di essere in contatto con le autorità americane per verificare lo stato di salute del connazionale e monitorare la situazione in vista di un possibile rimpatrio.