SICILIA – Sono due, secondo quanto riportato, gli italiani tenuti prigionieri all’interno del centro di detenzione migranti “Alligator Alcatraz“, in Florida. Nei registri infatti non vi è solo Fernando Eduardo Artese, italo-argentino nato a Buenos Aires il 19 settembre 1961, ma anche il siciliano Gaetano Cateno Mirabella Costa. La notizia è stata resa pubblica dalla Gazzetta del Sud.
Alligator Alcatraz, la minaccia del lager è quanto mai attuale
“Questo è un campo di concentramento. Ci trattano come criminali, è una ricerca di umiliazione“. Così si esprime Artese, ripreso dal Tampa Bay Times. “Siamo tutti lavoratori e persone che lottano per le nostre famiglie”. Artese era entrato negli Usa, dalla Spagna, dieci anni fa grazie al passaporto italiano con un programma di esenzione del visto per 90 giorni, superando poi il periodo consentito.
La famiglia lo ha poi seguito nel 2018: la moglie sessantaduenne, con un visto per studenti, e la figlia 19enne, arrivata legalmente. La polizia avrebbe fermato l’uomo il 25 giugno, scoprendo un mandato di arresto a suo carico per non essersi presentato a un’udienza di marzo. Tale convocazione, dovuta a una multa per guida in assenza di patente, non è stata rispettata da Artese per paura di venir fermato, secondo quanto testimoniato dalla famiglia.
Solo sei giorni dopo, quindi, l’uomo è stato consegnato all’U.S. Immigration and Customs Enforcement, condotto poi all’Alligator Alcatraz.
Le dichiarazioni di Farnesina
Sulla questione si è espressa anche la Farnesina, che ha presto dichiarato:
“Il Consolato Generale d’Italia a Miami e l’Ambasciata d’Italia a Washington stanno seguendo la vicenda con la massima attenzione, mantenendosi in costante contatto con i famigliari dei connazionali e continuando a interessare le Autorità dell’Immigration and Customs Enforcement per reperire informazioni aggiornate sullo stato di salute dei connazionali e sulle tempistiche previste per il loro rimpatrio”.