Per una furba operazione editoriale questo romanzo si trova in commercio in due volumi, Il caso Malaussène – Mi hanno mentito e Capolinea Malaussène, pur essendo in realtà un’unica storia sequenziale, che sembra aver messo la definitiva e meritata fine alla saga Malaussène. Non acquistate, quindi, solo il primo, altrimenti restereste molto delusi dalla mancata conclusione.
Ahinoi, tuttavia, amanti dalla prima ora di questa surreale tribù, scoppiettante di poteri visionari al limite della magia (Pennac stesso nel secondo volume parla di “realismo magico” strizzando un po’ l’occhio al lettore), unita dall’età d’oro in cui i figli vagolano gioiosi come elettroni intorno a un nucleo fermo (Ben, il fratello maggiore), troveremo purtroppo tutt’altro. Dei personaggi, cui siamo tanto affezionati, sono rimaste solo pallide silhouette bidimensionali e i loro figli, maggiormente protagonisti, non hanno la statura di degni sostituti. Inoltre, il tono un po’ sospeso e leggero sui drammi raccontati si è incupito, amareggiato da e rassegnato alla triste realtà di una famiglia disgregata, di una Julie dagli ormai “rari” baci e di una definitiva lacerazione del velo edulcorato con cui veniva colto il comportamento della Mamma degenere, analizzata ora come entità implosiva o buco nero.
Insomma, se i romanzi si psicoanalizzassero, potrei dire che il tempo delle illusioni è passato!
Per il resto moltissimi colpi di scena scoppiettanti che non riescono, tuttavia, a colmare questi vuoti di inevitabili attese da parte dei lettori.
Quando sono tornato nella stanza della lettura, c’era il caos. Erano tutti al colmo della felicità. Maschi e femmine erano degli Zé Martins.
Come previsto, Ryan Padovani aveva riscattato il piccolo Martins al club lasciandolo giocare fino alla fine della stagione. […] Non soltanto il ragazzino giocava come due Maradona ma bucava lo schermo, una vera star.
Esultanza del giovane pubblico.
Ora, ecco che una mattina Zé non si alza. Non lascia il suo letto […]. La mattina seguente, Zé non si alza neppure. Emicrania. La mattina dopo neanche. Dottori, dunque. E diagnosi: paralisi spinale infantile. Altrimenti detta poliomielite folgorante. Niente da fare. Niente più gambe. Morto per il calcio. Per sempre.
Buona lettura e buone riflessioni 🙂
Cinzia Di Mauro, autrice catanese di un romanzo distopico Finisterrae (Delos Digital), e di Pangolino mon amour! (All Around), tragicomico racconto dell’epoca covid, di una trilogia di fantascienza Genius (finalista Urania e Delos, Ledizioni Milano), di un noir umoristico La storia vera di un killer nano (segnalato al Premio Calvino e a fine anno in uscita per Delos Digital), di un thriller sull’alta finanza Paso doble, di I love Meteorite, romanzo grottesco su una famiglia e un mondo distopico.