SIRACUSA – È salpata ieri dal porto di Siracusa l’imbarcazione “Handala”, nave della Freedom Flotilla, con a bordo 18 attivisti internazionali e un carico di aiuti umanitari destinati alla popolazione della Striscia di Gaza. Battente bandiera britannica, la nave tenta per la terza volta di forzare il blocco navale israeliano imposto sulla Striscia.
Prima di dirigersi verso la sua destinazione finale, l’imbarcazione farà tappa a Gallipoli, in Puglia, dove saliranno a bordo Gabrielle Cathala ed Emma Fourreau, rappresentanti del movimento politico francese La France Insoumise (LFI).
“Quello che stiamo facendo non è nato oggi, ma affonda le radici nel 2008, quando ci siamo resi conto dell’urgenza di agire contro l’assedio imposto da Israele a Gaza – ha dichiarato l’attivista Huwaida Arraf –. I nostri governi non solo non intervengono, ma spesso sono complici di questa situazione”.
Il nome della nave, Handala, si ispira al personaggio creato dal fumettista palestinese Naji al-Ali: un bambino vestito di stracci, di spalle, diventato simbolo della lotta del popolo palestinese per la libertà e i diritti umani.
Anche Siracusa ha fatto sentire la sua voce attraverso Simona Cascio, portavoce del Comitato pro Palestina, da mesi impegnato in presidi sotto la prefettura: “Abbiamo chiesto al governo italiano di fermare il finanziamento alla guerra, di non inviare armi e di condannare apertamente il genocidio in corso”.
A Siracusa era presente anche l’europarlamentare e avvocato spagnolo Jaume Asens, che ha annunciato la presentazione di una denuncia contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per sequestro di persona, trattamento inumano e crimini di guerra, legati all’attacco alla nave Madleen avvenuto a giugno, a bordo della quale viaggiava anche l’attivista Greta Thunberg. “In Spagna – ha dichiarato – ci sarà un processo penale nei confronti del premier israeliano”.
Tra le testimonianze più toccanti quella del medico Mohamed Mustafa, volontario a Gaza: “La Handala porterà protesi per i bambini che hanno perso gli arti a causa dei bombardamenti. Gaza conta oggi il più alto numero di bambini amputati al mondo. Inoltre, ci sono 50.000 donne incinte, 5.000 pronte a partorire, e mancano latte in polvere e alimenti neonatali: molti bambini sono destinati a morire se non arriverà aiuto”.
A bordo anche il noto sindacalista americano Christian Smalls, figura chiave nelle proteste dei lavoratori di Amazon, che ha espresso parole dure contro l’amministrazione USA: “I palestinesi hanno diritto alla protezione. Il mio governo ha enormi responsabilità. Deve consentire l’arrivo degli aiuti e interrompere ogni complicità con l’assedio”.
La Freedom Flotilla – movimento pacifista internazionale – continua così la sua missione per rompere l’isolamento di Gaza e portare aiuti concreti e solidarietà politica e umanitaria. La navigazione resta ad alto rischio, in attesa della risposta israeliana.