“L’invenzione di noi due” di Matteo Bussola

“L’invenzione di noi due” di Matteo Bussola

Il regno di un’indagine non è soltanto la scrivania disordinata di un servitore dello Stato, che alle tre del mattino sta visionando file per chiudere con segno positivo mesi di ricerca investigativa. Esistono singole storie che non avranno mai accesso ai pixel di uno schermo narrante, ma sono comunque figlie di un’indagine conclusa dopo un tempo inquisitore.

"L'invenzione di noi due" di Matteo Bussola

L’invenzione di noi due di Matteo Bussola

In L’invenzione di noi due Matteo Bussola tesse una storia d’amore sul riflesso di molti vissuti sconosciuti tra loro. Il sentimento contagia i puri di cuore che con fare maldestro cadono nella rete priva di vie di fuga a norma della legge non scritta. In questa sede il tribunale è un rapporto di coppia, e la sentenza segue la dabbenaggine di aver affidato l’amor proprio in mani estranee.

Il matrimonio come racconto interrotto

“Il matrimonio è un racconto che a un certo punto s’interrompe perché abbiamo finito le informazioni, perché ci stanchiamo di costruire narrazioni di noi stessi per l’altro. […] Del resto, mi dicevo, cosa cerchiamo quando lasciamo, quando tradiamo, se non un’opportunità di ricostruirci dalle fondamenta, la sensazione che nulla sia andato storto, la possibilità di scrivere su un foglio nuovo?”

Dall’alba al tramonto del sentimento

Un amore con la carta d’identità profumata di giovani speranze perde la memoria del suo tempo felice ormai piegato dalle rughe a macchia di leopardo su ogni centimetro di pelle. Milo e Nadia sono. Milo e Nadia furono. Anche la grammatica miete distanza nel rapporto miope a causa di sfumature sbiadite. Quel sole che un tempo fu stella di luce a tutte le ore del giorno e della notte adesso è prostrato nel buio travestito di luna dismessa.

L’infinito creduto parte di un “noi” si è arreso davanti ai silenzi sostenitori di battaglie perse al primo, imprudente, intimo contatto. I sogni a forma di un indissolubile insieme sono preda ambita di fiume con foce stanca e annoiata del circuito naturale. La paura cancella certezze irrorate con acqua cristallina. Era alba ed è un continuo tramonto. Sarà notte per sempre se nessuno si prenderà cura dell’ultima fiammella nascosta nel sottobosco delle emozioni.

Il dolore nascosto dietro i “se”

Le metafore di grammatica danno libero sfogo al congiuntivo invaso dai “se” che intralciano qualsiasi piano di ripresa. Il rapporto tra Milo e Nadia è stato vittima di una lenta e dolorosa crepa convertita in frattura sanabile dal farmaco della verità.

Un amore che trova rifugio altrove

“Le guardavo allontanarsi da me, l’una appoggiata all’altra, una radice avvizzita e storta avvinghiata a una più salda, così belle che parevano un quadro di un pittore romantico, e mi ferì pensare che c’erano più affetto e sincerità in quell’immagine di tutto ciò che era rimasto nel mio matrimonio. L’amore che cercavo di ravvivare non era scomparso dalla vita di mia moglie, era semplicemente confluito altrove, in un posto al quale io non avevo accesso. Forse Nadia non sentiva alcuna nostalgia di ciò che cercavo di restituirle. Forse quel bisogno era solo mio.”

Una seconda possibilità

Ieri si è dato spazio a un tempo sbagliato, domani sarà troppo tardi per riparare il tetto dal quale troverà comodo accesso un cielo nudo di sogni. Lì fuori c’è una tempesta di spine evase da un giardino d’autunno. I petali seguono foglie in pensione dalla stagione che li ha visti giovani ali verdi.

Prima o poi la maschera cade ed è praticamente impossibile portare in salvo il participio passato del verbo amare. A meno che…
Milo tenta di riannodare il filo interrotto con un espediente da adolescente vivace. Una voce anonima accoglie le confidenze di una donna isola di se stessa, così le onde causa dell’imminente naufragio diventeranno ali di farfalle attorno a un insieme risorto.

Una mail inviata da un marito ma firmata da uno sconosciuto, a cui lei, donna nell’ombra del suo rifugio interiore, scrive, confessa intimità all’uomo che ogni notte condivide il suo letto. È bastato spostare un po’ più in là l’ordine apparente di un matrimonio in stato di abbandono, e se l’amore giace sopra un cuscino di dolore, Milo interrogherà una a una tutte le emozioni scadute per non aver mai ascoltato il loro canto di pena.

L’invenzione di noi due“: il messaggio di Matteo Bussola

Quello di Milo-Matteo è un messaggio allo sventurato lasciatosi inghiottire dalle sabbie mobili senza aver mai tentato di risalire dal baratro. L’inerzia ha certificato il suo valore mediocre. Milo sceglie di ripartire dal primo ieri riapparso nell’ingorgo mentale. Poco importa se l’immagine risale a un significativo passato remoto, la memoria accompagna per mano sotto il fascio di luce felice.

Rinascere dal “Noi”

Prima che la sonnolenza del rapporto di coppia ceda a un letargo interrotto dai dubbi “perché”, l’azione si rivelerà la migliore reazione in difesa della dissolvenza del “Noi”. Lo sguardo fisso nel vuoto rallenterà il discernimento utile alla definizione dell’errore. Sarà vano additare colpe mentre l’ora prossima rimane in attesa della rinascita di un nuovo “ancora”.

Milo non teme l’invenzione promemoria di un “noi due” in ascolto del silenzio intimamente loquace. Noi con lui, noi come lui, giriamo attorno a lunghi perimetri di negligenze ingiustificate, dove la memoria veglia paziente su una rinascita possibile.

sara