CATANIA – Hanno continuato a lavorare, ma da gennaio a oggi non hanno visto un solo euro. E a breve, anche giugno si aggiungerà alla lunga lista dei mesi senza stipendio: sei in totale.
È la drammatica situazione che vivono le lavoratrici e i lavoratori dell’ODA, l’Opera Diocesana Assistenza, che oggi sono scesi in piazza a Catania, aderendo allo sciopero indetto da Usb Lavoro Privato.
Dal cuore della città alla Prefettura: la protesta percorre le strade di Catania
Il corteo, numeroso e determinato, è partito dall’Arcivescovado e ha attraversato la città fino a raggiungere la Prefettura, dove una delegazione composta da sindacalisti, operatori e operatrici è stata accolta per un incontro istituzionale.
“Il lavoro va pagato, se no è volontariato” e “Io i lavoratori e le lavoratrici dell’ODA non li lascio da soli” sono stati gli slogan più scanditi durante il tragitto.
Tanta solidarietà, ma poche certezze
La manifestazione ha visto la partecipazione non solo dei dipendenti, ma anche di assistiti dell’ente, familiari, cittadini solidali e numerose bandiere dell’USB.
Una presenza forte, corale, che ha messo in evidenza l’indignazione e la frustrazione crescente.
Una sola mensilità in arrivo?
Secondo voci ufficiose, l’ente sarebbe pronto a saldare una singola mensilità, o al massimo una mensilità e mezza. Troppo poco per chi, da sei mesi, lavora senza alcuna retribuzione.
“Dopo questo acconto – ironizza con amarezza Susanna Baudanza, dipendente di lungo corso – dovremo forse aspettare Babbo Natale o la Befana del 2026 per ricevere il resto?”.
E adesso?
La protesta di oggi non sarà l’ultima, assicurano lavoratori e sindacati.
Senza un impegno concreto e tempestivo da parte delle istituzioni, la mobilitazione andrà avanti. Perché il diritto al salario non è negoziabile. E il tempo delle promesse è scaduto.