SICILIA – Ultimamente in tutta la Sicilia, si sta espandendo una rete di Street Art della Legalità, promossa dalla Fondazione Federico II nell’ambito del progetto “Le Strade da Seguire…“, un’iniziativa cominciata a novembre del 2024 e finalizzata alla riqualificazione del territorio e alla valorizzazione degli eroi che si sono distinti nella lotta alla mafia.
Street Art della Legalità in Sicilia
Sempre in questo contesto, il progetto ha visto la realizzazione di diverse opere d’arte urbana, dai comuni/frazioni nel Catanese, come Paternò, Aci Castello, Cannizzaro e Maletto, Gravina di Catania e Motta Sant’Anastasia, a quelli delle altre province siciliane, alcuni ancora in fase di concretizzazione. Infatti, in base a quanto stabilito inizialmente nel programma, l’intera Isola sarà “tappezzata” da murales della legalità.
I nuovi murales: una rete in espansione
Un mese e mezzo fa, esattamente il 26 maggio, ha avuto luogo l’inaugurazione di due nuovi murales, uno a Ragalna, nel Catanese, e l’altro a Letojanni, nel Messinese, dipinti rispettivamente da Chiara Abramo e Antonio Barbagallo, in arte “Anc“, e raffiguranti Emanuela Loi, la prima agente donna a perdere la vita a causa di Cosa Nostra nella Strage di via D’Amelio, e Graziella Campagna, uccisa dopo aver scoperto un’agenda di mafia, con all’interno frasi e nomi compromettenti. Di seguito, l’intervista esclusiva degli artisti.
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Com’è nata quest’iniziativa?
“Nasce dal progetto “Le Strade da Seguire…” – spiega Abramo – promosso dalla Fondazione Federico II“.
“L’iniziativa – afferma Antonio Anc Barbagallo – è promossa dall’Associazione Humanitatis Progressum di Letojanni, nella persona del Prof. Geri Muscolino, che in sinergia con la Fondazione Federico II hanno sostenuto la realizzazione dell’opera dedicata a Graziella Campagna del progetto “Le strade da Seguire…“. Il bozzetto è stato progettato da Studio 77 e realizzato su parete dal sottoscritto“.
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La scelta di raffigurare proprio questo soggetto da cos’è scaturita?
“La scelta di rappresentare Emanuela Loi – sostiene Chiara – nasce dalla necessità di ricordare una donna di valore che molti non conoscono” .
“La possibilità di ricordare chi spesso viene dimenticato è sicuramente una componente importante – aggiunge Antonio Anc – e poiché una ragazzina di 17 anni uccisa a Villafranca Tirrena viene ricordata grazie al film “La vita rubata” con Beppe Fiorello (dove alcune scene vennero girate a Letojanni) ha sicuramente fatto riflettere gli organizzatori“.
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Cosa rappresenta simbolicamente questo murales? Potresti descriverlo?
“Questo progetto – evidenzia Chiara Abramo – mira alla rappresentazione della figura di Emanuela Loi, poliziotta italiana, morta nella strage di via D’Amelio, al fine di mostrare una delle tappe dell’iniziativa “Le Strade da Seguire…““.
“La scelta del dipinto è molto forte – dichiara Barbagallo – in quando rompe con le dicerie dove alcuni sostengono che la mafia non abbia mai ucciso donne e bambini. Una ragazzina che forse non seppe nemmeno dell’importanza del pizzino che trovò nella giacca venne strappata alla vita“.
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Qual è il significato che attribuisci all’opera?
“I girasoli, – spiega Abramo – fiori che non si arrendono mai, come simboli che rafforzano questa storia di coraggio. Simboli di forza, di speranza, di giustizia. Se la legalità fosse un campo di girasoli, dovrebbe essere capace di orientarsi sempre verso la luce della giustizia, senza piegarsi all’ombra della corruzione e della criminalità organizzata“.
“Uno sguardo che veglia sulle persone che portano avanti i sani principi, che non riesce a staccare l’attenzione – aggiunge Anc – da chi le ha tolto la vita e da coloro che sostengono ancora oggi le mafie“.
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Sei soddisfatta/o del risultato finale?
“Non si è mai soddisfatti, – sostiene Barbagallo – ma di una cosa sono certo: nel giorno dell’inaugurazione ho alzato lo sguardo al viso ritratto di Graziella e, ascoltando le parole del fratello Pasquale, ho avuto la sensazione che guardasse ciò che stava succedendo“.
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Questa zona specifica, decisa per la realizzazione del dipinto, è stata determinante/emblematica?
“La scelta di Emanuela – sottolinea Chiara Abramo – mi è sembrata quella più adatta alla facciata dell’istituto scolastico di Ragalna sia per quanto riguarda la sua storia, compreso l’attivismo della sorella e le numerevoli attività per la legalità portate avanti nelle scuole“.
“La scelta della parete – aggiunge Antonio Anc Barbagallo – è stata determinante per la massiccia fruizione e per la possibilità che si ha rallentando in prossimità dell’autovelox“.
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Cosa vorresti trasmettere/suscitare nella gente che si sofferma a guardare il murales?
“La gente dovrebbe ascoltare con il cuore e capire che quel murale ricorda ancora oggi che la morte di Graziella Campagna non dev’essere dimenticata. Graziella è stata vittima per mano mafiosa ma ricordando che, come oggi accade frequentemente, per mano di un uomo di cui si fidava (poiché da quel che si sa, salì in un’auto fidandosi di chi la invitò a seguirla)”. – Conclude Antonio Anc.