Il siciliano che smembrò e decapitò i fidanzati della figlia: tutto su Alfonso Porpora

Il siciliano che smembrò e decapitò i fidanzati della figlia: tutto su Alfonso Porpora

ENNA – Corpi smembrati, due vittime già confermate e adesso una terza accusa con tanto di cadavere senza testa. E il dipinto da brividi di Alfonso Porpora, nato ad Enna ma trasferitosi in Germania e ribattezzato dalla stampa “il padre-killer di Sontheim“. Ma chi è davvero Porpora e come è legato ad un cold case risalente a 17 anni fa?

Alfonso Porpora: lo smembratore siciliano di fidanzati

Nato nel 1964 ad Enna, Porpora vola in Germania a soli 16 anni per costruirsi una vita, quando invece ne distruggerà tante, troppe. L’0micidio di cui adesso è accusato è quello di Mustafa Sahin, un 20enne di origini turche che viveva a Sontheim an der Brenz con la figlia del killer e altri due figli più piccoli. L’uomo avrebbe imposto a Mustafa di sposare la figlia quando lei rimase incinta, ma non avrebbe mai accettato il genero. Sahin sarebbe stato ucciso il 13 febbraio e trovato anni dopo con la testa mozzata.

La figlia vedova sarebbe stata costretta da Porpora a mentire agli inquirenti, dicendo che Mustafa si era allontanato volontariamente. La confessione è arrivata mentre il 61enne si trovava in carcere per altri due omicidi, riferendo di aver caricato il corpo in auto e di averlo abbandonato in Italia, tra Roma e Napoli. Confessione falsa poiché si era sbarazzato di Sahin, chiuso in un cartone, lungo l’autostrada del Brennero, in Alto Adige.

L’omicidio del 2014 e 2018

Passano 6 anni e a morire è ancora un compagno della figlia, Marco. La vittima sarebbe stata strangolata in garage da Porpora e dai sui due figli, poi macabro puro. Il corpo senza vita di Marco viene nascosto in un congelatore e poi smembrato con una motosega. I resti sarebbero stati poi spediti in Sicilia e nascosti in un bosco nella sua terra natale, Enna. L’ultima vittima risale al 2018 quando l’uomo uccise il proprietario del garage che aveva preso in affitto.

Prima del delitto Porpora e i due figli l’avevano legato per estorcergli la firma su diversi contratti. I figli stanno scontando 9 e 15 anni di carcere, mentre il padre è stato condannato all’ergastolo.

Il Dna

I due casi portano dunque alla ricostruzione di un quadro ancora più grande, avvolto nel sangue e nel dolore di vittime innocenti. Le confessioni e gli omicidi del 2014 e 2018 portano gli agenti ad identificare il corpo di Sahin in quello ritrovato nel 2008.È stata proprio la figlia di Porpora a confermare l’ipotesi, riconoscendolo dalle mani e dai vestiti. Ma le accertazioni definitive sono arrivate con la comparazione del Dna, risultato positivo.

Alfonso Porpora si trova dunque ancora in cella, tra fantasmi del passato adesso riemersi e che urlano giustizia.