Disposta autopsia su Samuel Scacciaferro. Il dolore della zia: “Non si può morire sul lavoro”

Disposta autopsia su Samuel Scacciaferro. Il dolore della zia: “Non si può morire sul lavoro”

MENFI – La Procura di Sciacca ha disposto l’autopsia sul corpo di Samuel Scacciaferro, l’operaio di 26 anni originario di Caccamo, morto ieri folgorato da una scarica elettrica mentre lavorava in un impianto fotovoltaico in contrada Genovese, nel territorio di Menfi.

La morte di Samuel Scacciaferro sul lavoro

L’incidente si è verificato nel primo pomeriggio, in circostanze ancora tutte da chiarire. Scacciaferro, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato colpito da una forte scarica mentre stava eseguendo alcune operazioni tecniche all’interno del parco solare.

Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, ma per il giovane operaio non c’è stato nulla da fare. I carabinieri della compagnia di Sciacca hanno immediatamente avviato gli accertamenti per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e per verificare la regolarità delle autorizzazioni e delle misure di sicurezza dell’impianto.

Il parco fotovoltaico è stato posto sotto sequestro preventivo su disposizione dell’autorità giudiziaria, mentre proseguono le indagini per accertare eventuali responsabilità da parte della ditta proprietaria o di terzi coinvolti nella gestione del sito.

L’autopsia, che sarà eseguita nei prossimi giorni, dovrebbe fornire elementi utili a chiarire le cause esatte del decesso e la dinamica dell’incidente.

Il dolore della zia

A manifestare il proprio dolore e vicinanza alla famiglia è anche la zia Cetty, che ha scritto: “E poi ci sono notizie inaccettabili, davanti alle quali resti semplicemente attonita, travolta da un dolore così grande e inaspettato da non poter essere gestito. Non si può morire a 26 anni sul lavoro. Non si può accettare il dolore di due genitori, di un fratello, di un’intera famiglia, che si trovano di fronte a un “perché” per il quale nessuno potrà mai dare una risposta capace di alleviare anche solo in parte questa sofferenza. Non ho parole, solo tanto dolore e una rabbia immensa. Non si può e non si deve morire lavorando. Vi stringo forte, famiglia cara, in un abbraccio che so non sarà consolante, ma che racchiude tutto il mio affetto e il dolore che sto provando. Riposa in pace, ragazzo buono. Dona a loro la forza per affrontare questo strazio”.

In foto Samuel Scacciaferro