ITALIA – Dalle 15 sono ufficialmente chiusi i seggi per i cinque referendum in tema di lavoro e cittadinanza. Il primo dato parziale sull’affluenza – complessiva – è del 27,3%.
La percentuale dei votanti è stata, dunque, ampiamente inferiore al 50%+1 dei voti necessari per raggiungere il quorum richiesto per la validità delle consultazioni.
Si decreta, pertanto, il fallimento dei 5 quesiti.
L’astensione maggiore si registrava in Alto Adige (10,3%), quella minore in Toscana (29,99%).
La situazione in Sicilia
In Sicilia l’affluenza si attesta intorno al 23,29%.
Nello specifico per ogni singolo quesito questi sono i dati dell’affluenza in città e in provincia: per il primo (reintegro licenziamenti illegittimi) 24,97%, per il secondo (licenziamento e limite indennità) 25,01%, per il terzo (tutela contratti a termine) 25,09%, per il quarto (responsabilità infortuni sul lavoro) 25.02% e infine per il quinto, quello sulla cittadinanza, l’affluenza complessiva è stata anche in questo caso del 25,02%.
Tra le nove città siciliane capoluogo di provincia l’affluenza maggiore per i referendum dell’8 e 9 giugno si è registrata a Enna, con il 31,35%.
La più bassa ad Agrigento, dove i votanti sono stati il 20,53%. Dietro Enna, si piazza Palermo con il 27,8%.
Seguono Ragusa (27,05%), Siracusa (24,69%), Caltanissetta (24,05%), Messina (23,62%), Catania (23,09%) e Trapani (21,7%).
In termini percentuali il record di affluenza spetta a un piccolo centro del Messinese, Mirto, che conta poco più di 800 persone. I votanti hanno sfiorato il 40% (39,69%).
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Le parole di Fazzolari
“Le opposizioni hanno voluto trasformare i 5 referendum in un referendum sul governo Meloni. Il responso appare molto chiaro: il governo ne esce ulteriormente rafforzato e la sinistra ulteriormente indebolita”.
Lo dichiara Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega per l’Attuazione del programma di governo, intercettato dai giornalisti fuori da palazzo Chigi.
Il post di Fratelli d’Italia
“L’unico vero obiettivo di questo referendum era far cadere il Governo Meloni. Alla fine, però, sono stati gli italiani a far cadere voi”.
Questo è quanto si legge sui profili social di Fratelli d’Italia, accanto a una fotografia dei leader di Pd, M5s, Avs e Più Europa con la scritta a caratteri cubitali “Avete Perso”, a proposito del mancato quorum al referendum.
Ignazio La Russa
“Solo per eccesso di opportunità istituzionale sono andato a votare e ho votato per un solo referendum: quello sugli incidenti sul lavoro. Si tratta di un tema che considero molto delicato ed è sbagliato affrontarlo in un referendum: riguarda la vita e la morte di tanti lavoratori a cui dobbiamo inchinarci con rispetto” e non affrontare il tema “con un referendum”, fa sapere il presidente del Senato, Ignazio La Russa, in collegamento con lo speciale de La7.
Maurizio Landini
“Il nostro l’obiettivo era raggiungere il quorum, è chiaro che non lo abbiamo raggiunto. Oggi non è una giornata di vittoria. Contemporaneamente gli ultimi dati ci dicono che sono oltre 14 milioni le persone che hanno votato nel nostro paese cui si aggiungeranno gli italiani all’estero: un numero importante, un numero di partenza. I problemi che abbiamo posto con i referendum rimangono sul tavolo”. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, in conferenza stampa dopo la chiusura dei seggi, nella sede del Comitato promotore per i referendum sul lavoro, dove ha atteso i risultati insieme al resto della segreteria confederale.
Antonio Tajani
“Forse bisogna cambiare la legge sui referendum, servono probabilmente più firme, anche perché abbiamo speso tantissimi soldi per esempio per portare centinaia di migliaia, milioni di schede per gli italiani all’estero che sono tornate bianche”. Lo ha detto il vicepremier e il ministro degli Esteri Antonio Tajani al Tg1. Poi per quanto riguarda le valutazioni di tipo politico, innanzitutto lo strumento del referendum per avviare iniziative politiche non si è risolto positivamente”, ha affermato.
Riccardo Magi
“Vedendo i primi dati, non definitivi, qualcosa si piò già dire: ha vinto l’astensionismo organizzato che si è fatto forte dell’astensionismo spontaneo e della mancanza di informazione. Non ci sentiamo, però, sconfitti e non si devono sentire sconfitti i milioni di italiani che hanno votato sì al referendum cittadinanza e le organizzazioni che hanno aderito al comitato promotore perché abbiamo rimesso al centro del dibattito il tema della riforma della legge sulla cittadinanza”. Lo dice Riccardo Magi in conferenza stampa.