Funerali Santo Re, l’ultimo saluto della sorella: “Scusa se non sono riuscita a salvarti”

Funerali Santo Re, l’ultimo saluto della sorella: “Scusa se non sono riuscita a salvarti”

CATANIA – Una chiesa gremita di persone ha fatto da sfondo alle esequie di colui che, come ha ricordato ieri l’Arcivescovo Renna – che ha celebrato la cerimonia – non è morto “come chi muore in ospedale per una malattia. O di chi ha raggiunto una veneranda età. È la morte di chi è stato colpito all’improvviso, da chi non se lo aspettava. Da quella mano che tante volte egli aveva con gentilezza nutrito”.

Un’omelia che lascia riflettere, sottolineando l’ingiustizia di una morte – che come tutte le morti violente – risulta ancora più inaccettabile. Colpevole di un dolore che non si sarebbe mai potuto prevedere, delle lacrime che ieri scorrevano sul viso della sorella di Santo, che ha preso la parola con l’intenzione di ricordare – sotto gli occhi di chi gli ha voluto bene – il suo animo buono e generoso. Lo stesso per cui alla fine, in fondo, sembra essere stato punito.

“Scusa se non sono riuscita a salvarti”

“A nome di Santo chiediamo alle Istituzioni giustizia, certezza della pena e azioni immediate per la sicurezza di tutti i cittadini, che non ha colore né zone politiche”. È questo l’appello della sorella che ha proseguito scusandosi col fratello per non aver fatto abbastanza: “Scusa perché non siamo riusciti a proteggerti, eri il piccolo di casa. Quel giorno sei venuto da me sanguinante, chiedendomi aiuto. Scusa, se non sono riuscita a salvarti. Scusa, perché tu eri troppo buono e non sei riuscito a difenderti. Scusa, perché non potrai vedere crescere tua figlia e cantare le tue canzoni preferite. Oggi siamo qui tutti insieme a te, siamo nella tua amata Sant’Agata con il tuo ‘sacco’ e la tua ‘medaglietta’ e siamo certi che lei ti accoglierà e proteggerà”.

Un ringraziamento finale, prima di concludere il suo discorso, è andato ai “medici e tutto il personale dell’ospedale Cannizzaro accorsi numerosi nel disperato tentativo di salvare Santo, le Forze dell’Ordine e chi, con un messaggio o un gesto, c’è stato vicino in questi dolorosi giorni”. Ed è così che, tra un prolungato applauso dei presenti, giunge al termine la lettera con cui la sorella di Santo ha detto addio a colui che Mons. Renna ha definito un “uomo disarmato in una città che delle armi ne fa un idolo, non per difendersi, ma per attaccare”.

Ciao Santo – ha concluso la sorella – ti amiamo tutti quanti, fai buon viaggio”. Queste le ultime parole pronunciate dalla donna, prima della conclusione della cerimonia e dell’uscita della salma dalla Cattedrale. Lì fuori una composizione di palloncini – a forma di rosario – ha accolto il feretro di Santo, sostenuto e innalzato dalle stesse mani di chi nella vita lo ha sempre supportato, e di chi anche ieri ha scelto di farlo. Fino alla fine.

La speranza di un posto migliore

E si conclude così l’ultimo saluto a Santo, con la speranza che – proprio come ieri è stato simbolicamente fatto con i palloncini lasciati volare in cielo – il dolore di chi resta possa prima o poi allentare la presa, restituendo a chi gli ha voluto bene la consapevolezza che Santo ora sia in un posto migliore. Lì dove la sua gentilezza e onestà non diventeranno mai ciò che lo ucciderà.

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