Ansia e paura di fallire, come affrontare il carico emotivo durante la sessione estiva

Ansia e paura di fallire, come affrontare il carico emotivo durante la sessione estiva

Uno dei periodi più emotivamente intensi sta per fare capolino nel percorso degli studenti universitari, pronti – o almeno così ognuno di loro si augura – ad affrontare la tanto temuta sessione estiva. Un vortice di paure, ansie e momenti di sconforto si alterna al desiderio di farcela e di non dover mai più riaprire i libri su cui ciascuno ha impiegato energie, e qualcuno – è inutile negarlo – anche versato qualche lacrima.

Trovandosi ormai a ridosso degli esami, è importante per ogni universitario trovare un metodo di studio valido ed efficace, che possa valorizzare il lavoro fatto nei mesi precedenti, oppure – per i più temerari – rendere produttivi pochi giorni che si intendono dedicare all’apprendimento del materiale, rimasto per mesi a prendere polvere su uno scaffale, in attesa che le date degli appelli fossero talmente vicine da non poter più rimandare.

L’intervista alla dottoressa Carla Pollicino

Proprio al fine di fornire consigli e delucidazioni in merito alla gestione delle emozioni durante un periodo così impegnativo dal punto di vista fisico, ma soprattutto mentale, è intervenuta ai microfoni di NewSicilia la psicologa e psicoterapeuta catanese Carla Pollicino.

  • Qual è il modo migliore per affrontare il pesante carico di studio?

“Un buon metodo di studio rappresenta uno strumento fondamentale per riuscire ad affrontare il carico di studio. Esso consiste nel prevedere dei momenti di pausa, di circa 10 minuti, dopo un ciclo di studi di 50 minuti per evitare un sovraccarico e consentire alla nostra attenzione di riposarsi dopo essersi impegnata per un po’. L’ideale – prosegue la dottoressa – sarebbe riuscire a organizzare il carico in modo che metà giornata sia dedicata allo studio e metà ad attività più piacevoli arrivando comunque a riservare uno spazio finale al ripasso di tutto il programma prima dell’esame. L’essere ben idratati e il mangiare sano – precisa l’esperta – sono piccole azioni il cui impatto non è da sottovalutare nell’aiutare la nostra mente a essere e a rimanere concentrata”.

  • Come gestire l’ansia e la paura di fallire durante la sessione?

“L’ansia e la paura sono spesso viste come ‘nemiche’ ma in realtà, quando rientrano entro certi livelli di intensità, sono funzionali ad attivarci e darci le energie per poter affrontare le sfide che ci si presentano. Considerarle da questa prospettiva potrebbe aiutare ad approcciarcisi diversamente”.

  • Trovare un equilibrio tra lo studio e varie attività di svago (amici, hobby…). Può essere questa la chiave per affrontare al meglio un periodo tanto intenso?

“Assolutamente sì, l’equilibrio è la strada verso cui tendere. I momenti di svago aiutano a ricaricarsi, a trovare nuove energie e a spezzare la monotonia dei giorni di studio soprattutto nel periodo estivo quando le attività da poter fare sono tante”, prosegue la psicologa.

  • Quali metodi consiglia per aumentare la concentrazione, messa a repentaglio dal primo caldo e dalle distrazioni dovute all’inizio dell’estate?

“Come dicevo prima, sicuramente è importante un buon metodo in cui a momenti di studio si alternano momenti di pausa. Il dedicare metà giornata allo studio aiuta a non rimandarne l’inizio come spesso accade quando si pensa di avere intere giornate a disposizione, il classico “Lo faccio dopo”. Infine per facilitare la concentrazione si possono prediligere luoghi freschi e poco rumorosi e magari ascoltare in cuffia suoni binaurali come sottofondo”.

  • Come trovare la forza di riprovarci dopo un eventuale fallimento?

“Considerare l’esito non desiderato di un esame come un fallimento potrebbe non aiutare a trovare le forze necessarie a riprovarci. È importante – conclude dunque la dott.ssa Pollicino – stare in contatto con il dispiacere che ne può derivare e considerare che ogni esperienza, sia essa positiva o negativa, ci insegna qualcosa. Possiamo quindi chiederci: “Cosa posso fare di diverso la prossima volta?“.