MODICA – Non si arresta la scia di sangue in tema di incidenti sul lavoro: questa volta, non ce l’ha fatta Tonino Macauda, operaio che – lo scorso 6 maggio – era rimasto gravemente ferito in seguito a una caduta da un’impalcatura mentre eseguiva lavori edili.
Ebbene, l’ennesima morte bianca. L’ennesima tragedia che ha visto vittima un uomo la cui vita gli è stata sottratta perché aveva un obiettivo: portare a casa un pezzo di pane.
Tonino Macauda è l’ennesima morte bianca
In seguito all’incidente, le sue condizioni sono apparse da subito disperate, tanto da rendere necessario il trasporto in elisoccorso al Cannizzaro di Catania.
Dopo 20 giorni di coma, il tragico epilogo. Sui fatti sono ancora in corso le indagini per chiarire l’esatta dinamica del sinistro e accertare eventuali responsabilità.
Tavolino (CGIL) : “Non possiamo più restare in silenzio”
In questo contesto, emergono le grida di rabbia e di dolore dei sindacati, che non accettano che il posto di lavoro si sia trasformato in un campo di battaglia senza trincea. Tra queste, spicca l’intervento di Salvatore Tavolino, segretario generale della Fillea CGIL Ragusa.
“È inaccettabile continuare a parlare di ‘fatalità’ quando un lavoratore muore mentre svolge la propria mansione. Non esistono fatalità in un contesto dove la prevenzione viene troppo spesso trascurata, dove i controlli sono insufficienti e dove la cultura della sicurezza è ancora troppo debole. Ogni morte sul lavoro è una sconfitta per l’intero Paese, un monito severo che non può più essere ignorato”.
“Non possiamo più restare in silenzio. Il lavoro non può e non deve essere una causa di morte. La sicurezza non è un lusso né un costo accessorio per le imprese: è un diritto fondamentale, sancito dalla Costituzione, ed è la precondizione per qualunque idea di sviluppo civile e sostenibile. È tempo che lo Stato, le istituzioni e tutto il sistema delle imprese assumano la sicurezza come priorità assoluta, con investimenti, formazione continua, sanzioni efficaci e controlli capillari”.
“Sento il bisogno di rompere il silenzio”
Un messaggio strappalacrime quello che ha pubblicato il nipote Samuele su Facebook, che ci lascia riflettere sull’importanza di non sottovalutare tali tragedie.
“Stasera un pensiero va a Antonino, per tutti noi semplicemente Tonino, per me mio zio. Giorno 6 maggio mattina, trovandosi sul luogo del proprio lavoro, è rimasto gravemente ferito ed è stato trasportato d’urgenza in elisoccorso a Catania, lasciandoci dopo 20 giorni davvero duri.
E ancora, “Nonostante la drammaticità dell’accaduto, nessuna notizia è mai stata diffusa. Le nostre testate giornalistiche (almeno) di provincia non si sono degnate di spendere una sola parola. Nessun titolo, nessun trafiletto, niente. Silenzio totale per forse compiacere a qualcuno? Io oggi sento il bisogno, anzi il dovere, di rompere questo silenzio“.
“La sicurezza sul lavoro non può essere ignorata, e soprattutto, perché parlare con verità è un atto di rispetto verso Tonino, verso le nostre famiglie, verso tutti coloro che ogni giorno lavorano con dignità e coraggio. Grazie sempre Modica, ciao Zio“.