Hashish, pistole, marijuana, merce contraffatta e droghe di ogni tipo: ma quanto è facile acquistare tutto questo online, e quanto è realmente controllato? Alla prima domanda la risposta è terribilmente semplice: sì, è facilissimo, a portata perfino di un bambino. Alla seconda abbiamo seri dubbi, perché nonostante blitz e operazioni, il mercato oscuro del web continua a tessere indisturbato le sue ragnatele.
Noi quelle ragnatele le abbiamo esplorate, ci siamo immersi nell’appiccicosa realtà dell’illegalità digitale per mostrare a tutti una verità scomoda: “Comprare armi e droga è facilissimo, basta un click. Forse due”.
Il lato oscuro di Telegram
Le procedure di accesso sono banali e racchiuse in un’app scaricabile tranquillamente sugli store ufficiali dei vostri dispositivi: “Telegram”. Immaginate Telegram come un guardiano cieco: sente i vostri passi, il vostro odore, le vostre voci ma per qualche assurdo motivo non vi vede e dunque non attacca, lasciandovi liberi di agire. Insomma, la piattaforma offre all’utente il libero arbitrio di utilizzarla come meglio vuole: un canale comunicazioni scolastico, una gallery di foto ma anche, e anzi ovviamente, e-commerce di droga e armi, diffusione di materiale pedopornografico e vendita di merce contraffatta pronta per essere rivenduta.
Le armi
Prendiamo in esame la prima immagine.
Saltano all’occhio immagini di utenti che sfoggiano, o vendono, revolver. Un utente scrive: “Ho scambiato la mia Raging Bull 454 Casull per questa bellissima Ruger Super Blackhawk 44 Magnum ca. 1985. Cosa ne pensate? Ne è valsa la pena?”.
Sembra un gruppo Facebook per appassionati di motociclette, se non fosse che qui si parla di strumenti di morte. (Non sappiamo comunque rispondere all’utente se abbia fatto un affare, non siamo esperti di magnum).
Il messaggio fissato in alto rassicura i potenziali clienti: “Se vuoi sapere come averne una anche tu, scrivici in privato”. E la consegna? Rapida, stile Amazon: “Riceverai l’arma entro 3-4 giorni direttamente al tuo indirizzo”. Parliamo per lo più di “armi fantasma”, senza numero di serie, impossibili da rintracciare.
Lo spaccio di droga
Passiamo adesso alla droga. La merce viene proposta al pubblico in modo alquanto professionale. Video che mostrano hashish o marijuana di diverso tipo e taglio, con riprese da spot pubblicitario e addirittura guanti indossati durante “la mostra”.
Vengono proposte al cliente locandine digitali con tanto di “prezzo al chilo”.
Nell’immagine proposta vediamo come 50 grammi di sostanza possano arrivare a costare 450 euro o 250 come si può notare nella seconda “vetrina”. Altre tipologie di sostanze raggiungono cifre di 750 euro.
Ma come si svolge l’affare? Il cliente, una volta scelta la sostanza, contatta il moderatore del canale per eventuali contrattazioni. Le opzioni qua diventano due: il “capo-gruppo” stesso organizza un incontro, oppure viene ricevuto da un anonimo un appuntamento con tutti i dettagli (posto, orario).
Gli incontri difficilmente avvengono tra un venditore e un singolo cliente. Si opta invece per gruppi di acquirenti, con quote da pagare e dosi da dividere. Gli scambi sono veloci, bisogna evitare i controlli, e a volte, per non rischiare controlli o “di rimanere con la roba addosso”, le sostanze vengono nascoste nei posti più disparati e poi recuperate.
Una volta che l’affare è concluso, le chat vengono eliminate per non lasciare tracce.
La merce contraffatta
Per quanto riguarda la merce contraffatta, parliamo di copie quasi perfette. Ricami, dettagli, particolari che solo gli originali dovrebbero possedere, vengono riprodotti incredibilmente bene da queste “aziende”. La precisione con cui vengono realizzate può trarre in inganno anche un occhio esperto. I capi provengono principalmente dal Medio Oriente e i prezzi sono ridicoli.
In foto viene mostrata una t-shirt Burberry al prezzo di 7,96$ (circa 7 euro) quando negli shop ufficiali sfiora i 400 euro.
Il rischio? Che questa merce venga rivenduta come autentica. Su piattaforme come Vinted sono stati segnalati diversi profili che spacciavano questi articoli per originali, truffando ignari clienti.
Oltre al danno economico e legale, la merce contraffatta rappresenta un pericolo concreto per la salute pubblica. Vestiti, accessori e cosmetici prodotti illegalmente non rispettano alcuna normativa di sicurezza o controllo di qualità. Secondo un’indagine condotta dall’OECD-EUIPO, molti prodotti contraffatti contengono sostanze tossiche vietate nell’Unione Europea, come ftalati, piombo e coloranti azoici cancerogeni.
Uno studio del Ministero della Salute italiano ha riscontrato in articoli di abbigliamento falsificati la presenza di metalli pesanti e composti chimici non autorizzati, con possibili effetti dermatologici, respiratori e ormonali. I cosmetici contraffatti, inoltre, spesso contengono parabeni non regolamentati, formaldeide o batteri pericolosi, che possono causare infezioni, irritazioni cutanee, allergie o, nei casi più gravi, danni sistemici.
Il mercato nero oggi è libero
Il mercato nero digitale non è più nascosto nei meandri oscuri del dark web. Oggi è accessibile, organizzato, moderno e, soprattutto, ignorato nonostante sia sotto gli occhi di tutti. Il sottile filo tra legale e illegale si fa sempre più sottile, sfilacciato dalla nostra indifferenza.