È morto Ivan Lo Bello: storico ex presidente di Confindustria Sicilia

È morto Ivan Lo Bello: storico ex presidente di Confindustria Sicilia

‘SIRACUSA – È morto l’ex presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello. L’imprenditore, che aveva ricoperto il ruolo di consigliere di amministrazione del Banco di Sicilia e presidente dell’azienda di famiglia Lo Bello Fosfovit, aveva 62 anni.

Muore Ivan Lo Bello: il noto imprenditore aveva 62 anni

Da qualche settimana era ricoverato a Catania a causa di una malattia. Ivan Lo Bello era uno degli imprenditori più noti del panorama siciliano e nazionale. A capo della Lo Bello Fosfovit Srl, azienda specializzata nella produzione di alimenti per l’infanzia, aveva già incominciato la sua carriera giovanissimo. A 35 anni venne nominato nel Cda del Banco di Sicilia, su indicazione dell’allora presidente della Regione, Giuseppe Provenzano, ricoprendo l’incarico per quattro anni.

La sua carriera e la lotta al “racket del pizzo”

Classe 1963, comincia il suo percorso in Confindustria nel 1999 con la presidenza di Confindustria Siracusa, per poi guidare Confindustria Sicilia per sei anni, dal 2006 al 2012. Nel corso del suo mandato, salì alla ribalta delle cronache come l’artefice di una “rivoluzione culturale” nel tessuto imprenditoriale isolano, imponendo un codice etico e una regola che fece scalpore: “Chi paga il pizzo verrà espulso“.

Un messaggio forte e tangibile in una terra difficile, che purtroppo, da sempre, subisce le vessazioni da parte della criminalità organizzata. La sua figura emerse con forza anche a livello nazionale. Infatti fu vicepresidente di Confindustria con delega all’Educazione, presidente di Unioncamere dal 2015, e presidente del Comitato consultivo dell’Anvur, l’agenzia che valuta il sistema universitario e della ricerca italiano.

Il cordoglio

“Ti abbiamo visto ideatore e protagonista della lotta al “racket del pizzo” che ti portò addirittura alla necessità di avere la scorta. Ma nello stesso tempo sei stato creatore di cultura e bellezza, ideatore geniale dell’Ortigia festival, che fece parlare di sé in Italia e in Europa e che vide i grandi nomi del teatro internazionale qui a Siracusa, in ben sei edizioni. Questo quanto scrive in una nota di cordoglio Confindustria Siracusa.

“Il ricordo che tutti i siracusani della nostra generazione, e non solo loro, hanno di te è ancora ben vivo e rimarrà impresso per sempre. Credevi nella forza dell’intelligenza, del sapere e della cultura. Lasci alla tua famiglia e ai tanti amici – commenta Gian Piero Reale – che negli anni hai avuto e coltivato, la consapevolezza di essere stato un testimone importante di una generazione che ha creduto nella bellezza”.

Se n’è andato un uomo di rara intelligenza e dotato di una non comune capacità di leggere la realtà e offrire soluzioni sempre volte alla crescita civile ed economica di Siracusa e della Sicilia“. Commenta così la sua scomparsa Francesco Italia, sindaco di Siracusa.

L’ascesa di Montante e il declino di Lo Bello

Il suo posto in Sicilia fu poi assunto da Antonello Montante.

Il declino di Ivan Lo Bello è coinciso, a livello temporale, con la scalata di Antonello Montante. Quest’ultimo tra l’altro, in qualche circostanza, avrebbe messo paura all’imprenditore siracusano. Questo quanto si evince da un articolo del quotidiano nazionale “Domani”, che riporta stralci di intercettazioni di Montante, in particolare una del 13 giugno del 2015 in cui si sarebbe discusso di un incontro avvenuto il 5 marzo 2015 all’Hotel Majestic di Roma.

A quanto pare Lo Bello si sarebbe opposto di firmare un documento redatto da Montante per attestargli solidarietà nel corso di una riunione alla quale partecipò anche l’avvocato Antonio Ingroia. Per tutta risposta, Montante avrebbe reagito talmente violentemente da giungere quasi alle mani con Lo Bello. Quest’ultimo, alla fine, si sarebbe allontanato “piangendo a dirotto e in stato di estrema agitazione e paura, mandando messaggi allarmati alla Vancheri (l’ex assessore regionale) che aveva pure assistito all’incontro”.

Montante è accusato dalla Procura di Caltanissetta di aver creato un sistema di potere, intriso di ricatti, mistificazioni e segreti capace di farlo diventare uno degli uomini più potenti in Italia.

Per gli inquirenti, Montante, definito negli anni del suo successo un paladino dell’antimafia, era stato capace di condizionare il Governo regionale, all’epoca guidato da Rosario Crocetta, influenzando la distribuzione di risorse e determinando le carriere di politici ed uomini delle istituzioni.

Ma dietro il cosiddetto “sistema Montante” non c’era un’associazione criminale, come stabilito invece dai magistrati della sesta sezione penale della Corte di Cassazione, che hanno annullato senza rinvio la condanna a otto anni, limitatamente all’accusa di associazione a delinquere per l’ex presidente di Confindustria Sicilia.

Antonello Montante infatti, era stato condannato in Appello a otto anni per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e accesso abusivo al sistema informatico. I giudici della sesta sezione penale, presidente Giorgio Fidelbo, hanno disposto l’Appello bis per il ricalcolo della pena.

Il premio “Top Sprint” nel 2007 

 

A premiare Lo Bello nel 2007 fu il direttore di Newsicilia.it, Sergio Regalbuto, il quale, insieme all’intera redazione si unisce al cordoglio per la scomparsa dell’ex presidente di Confindustria Sicilia stringendosi alla famiglia in questo momento di sofferenza.