Capaci, 33 anni dopo la strage: ritinteggiata la scritta “No mafia” sulla casina

Capaci, 33 anni dopo la strage: ritinteggiata la scritta “No mafia” sulla casina

CAPACI – A 33 anni dalla strage di Capaci, cittadini, attivisti e associazioni si sono ritrovati per rinnovare la scritta “No mafia” sulla casina che domina il tratto dell’autostrada A19, nei pressi del luogo in cui il 23 maggio 1992 furono assassinati Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.

Una comunità unita nel ricordo

Alla manifestazione hanno preso parte, oltre a numerosi attivisti, Pietro Grasso, ex procuratore antimafia ed ex presidente del Senato, il duo comico I Sansoni e alcuni rappresentanti di Radio Aut, la storica radio fondata da Peppino Impastato. La loro presenza ha sottolineato il valore collettivo e partecipato dell’iniziativa.

Un corteo per la memoria e l’impegno

A promuovere l’evento, Addiopizzo Travel, MuST23 e i ragazzi della Consulta giovanile di Capaci.

Il corteo è partito dal campo sportivo di Capaci e ha raggiunto la casina simbolo, dove i partecipanti hanno ritinteggiato la scritta “No mafia”, segno di un impegno che non si spegne.

Il futuro si dipinge con i colori dei bambini

Un’occasione per rinnovare la memoria e l’impegno quotidiano per non dimenticare e continuare a costruire un futuro libero dalle mafie“, ha spiegato Antonio Vassallo, tra gli organizzatori dell’iniziativa.

Non a caso abbiamo affidato i pennelli anche ai bambini, numerosissimi anche questa volta, affinché possano essere loro a colorare il desiderio di una Sicilia più libera“, prosegue.

Un messaggio che continua a vivere

Trentatré anni dopo, la scritta “No mafia” non è solo un ricordo, ma un messaggio vivo, che continua a unire generazioni nel segno della legalità e della giustizia.

Le parole del sindaco

“Da 33 anni Palermo ricorda il 23 maggio, il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti della scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo e tutti i suoi martiri che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia.

Da oggi rinnoveremo ogni giorno la memoria anche grazie al Museo del Presente di Palazzo Jung, realizzato dalla Città Metropolitana di Palermo e dalla Fondazione Falcone. Uno spazio che diventa testimonianza viva da trasmettere soprattutto ai giovani per provare a guidarli verso il processo di cambiamento voluto dal giudice Falcone.

Ma la città non cambia in un colpo solo o per merito di un singolo. Ognuno deve fare, quotidianamente, la sua parte. Le istituzioni, in particolare, hanno il compito di rafforzare la presenza dello Stato sul territorio con un’azione amministrativa capace di portare il cambiamento e rigenerare le comunità, in stretto raccordo con le forze dell’ordine.

Questa amministrazione comunale ha realizzato numerose azioni per la legalità, convinti che servano esempi concreti, con l’intento di portare avanti idealmente l’azione di grandi uomini dello Stato come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e forniscono opportunità e strumenti per sedimentare una rinnovata cultura della legalità”.

Lo dichiara il sindaco Roberto Lagalla, che ha partecipato oggi alle commemorazioni del 23 maggio a Palazzo Jung.