MESSINA – Nuova bufera sul progetto del Ponte sullo Stretto di Messina. Al centro delle polemiche, ancora una volta, le procedure adottate dal governo e le norme previste per il contrasto alle infiltrazioni mafiose, con l’intervento diretto del Quirinale a chiarire alcuni passaggi del decreto Infrastrutture, e la CGIL pronta a scendere in piazza per fermare quella che definisce una “corsa irresponsabile“.
Ponte sullo Stretto: la nota del Quirinale
“La norma sui controlli antimafia – ha precisato con una nota ufficiale l’ufficio stampa del Quirinale – non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri. La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il ponte di Messina.La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale, adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi, che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie. Basti ricordare che la procedura speciale, che veniva proposta, autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”.
Una puntualizzazione che arriva “in riferimento – si spiega – ad alcune inesattezze comparse sulla stampa odierna in relazione al decreto Infrastrutture”, e che alimenta ulteriormente il dibattito sulla trasparenza e la legalità dell’intero progetto.
Le dichiarazioni di Pino Gesmundo
A rincarare la dose è la CGIL, che con il segretario confederale Pino Gesmundo lancia un appello.
“Chiediamo al governo – dichiara Pino Gesmundo – e alla Commissione Europea di sospendere la corsa per il ponte sullo Stretto: bloccare 14 miliardi per un’opera non necessaria, con inaccettabili forzature, non è questione politica, ma di responsabilità. Si pensi alle risorse del Pnrr e alle infrastrutture che occorrono al Paese. Di giorno in giorno aumentano i problemi provocati dalle forzature che il ministro Salvini sta facendo per arrivare alla foto ‘estiva’ dell’avvio dei lavori. Nessuna gara per l’opera, lievitazioni dei costi e della penale a favore di chi dovrebbe realizzarla. Il ministro ha dovuto ritirare dal Decreto omnibus infrastrutture la ‘promozione’ a stazione appaltante qualificata della società per azioni Stretto di Messina e, grazie all’intervento del presidente della Repubblica, deve cambiare la modalità di gestione della prevenzione per la legalità e contro le infiltrazioni mafiose scelta dal Consiglio dei Ministri.
Ieri è emerso che saranno sottratti 1,7 miliardi per la manutenzione e messa in sicurezza di strade e viadotti anche per finanziare il Ponte, altro che il ‘nuovo Rinascimento delle strade’ di cui ha parlato Salvini. È ora di smetterla con i proclami e di fermarsi per confrontarsi”.
L’assemblea pubblica organizzata dalla CGIL a Messina
La CGIL ha organizzato per domani a Messina una grande assemblea pubblica per affrontare le molteplici criticità dell’iter dell’opera. All’iniziativa parteciperanno le strutture territoriali della Confederazione, associazioni e rappresentanti politici come Angelo Bonelli (Avs), Antonio Nicita (Pd), gli europarlamentari Annalisa Corrado (Pd), Benedetta Scudieri (Avs) e Pasquale Tridico (M5S). A concludere sarà lo stesso Gesmundo.
Durante l’evento sarà anche chiesto formalmente un incontro alla Commissaria europea per l’Ambiente, Jessica Roswall, e sarà annunciata la presentazione di un esposto ufficiale alla Commissione Europea.