Landini a Paternò: “Referendum cancella leggi sbagliate fatte negli ultimi 25 anni”

Landini a Paternò: “Referendum cancella leggi sbagliate fatte negli ultimi 25 anni”

CATANIA – Durante una manifestazione organizzata dalla Cgil a Paternò, in provincia di Catania, il segretario generale del sindacato, Maurizio Landini, ha lanciato un forte appello alla partecipazione popolare in vista dei prossimi referendum.

Le dichiarazioni di Landini

“L’importante è andare a votare perché il voto è libertà, è un diritto. Questo referendum non è un referendum che vota per questo o per quel partito, è un referendum che cancella delle leggi sbagliate, fatte negli ultimi 25 anni e ha un effetto immediato. Se raggiungiamo il quorum, cancellando queste leggi, il 10 giugno ci saranno milioni di persone che avranno diritti e tutele che oggi non hanno”.

Con queste parole, Landini ha voluto sottolineare la portata concreta dei quesiti referendari, che mirano a modificare norme che, a suo avviso, hanno danneggiato profondamente il mondo del lavoro.

“Questo referendum – ha aggiunto il leader della Cgil – vuole mandare un messaggio a tutte le forze politiche: è venuto il momento di cambiare quelle politiche sbagliate e quelle leggi che sono state fatte e che hanno messo in ginocchio il mondo del lavoro. Sicuramente quello che stiamo registrando, in Sicilia come nel resto del paese, è la congiura del silenzio, molti organi di informazione stanno tentando di mettere il silenziatore ai temi del referendum. L’Agcom qualche giorno fa ha detto che l’1% dei telegiornali e delle tv ha parlato del referendum. È necessario che la Rai e gli organi di informazioni dicano che c’è il referendum. È un dovere di tutti mettere nelle condizioni i cittadini di sapere”.

L’importanza del voto

Landini ha anche evidenziato l’importanza del voto come atto di partecipazione democratica, facendo riferimento, senza nominarlo esplicitamente, al presidente del Senato Ignazio La Russa, originario proprio di Paternò, che aveva invitato a non recarsi alle urne.

“C’è una bella differenza – ha concluso – tra la seconda e la prima carica dello Stato: il presidente della Repubblica ci ha ricordato che c’è la libertà e la democrazia, ma anche che la partecipazione politica e quindi il voto è la condizione affinché il paese sia libero, invitando tutti a superare l’astensionismo. Se poi ci sono quelli che pensano di invitare la gente a non andare a votare questo è un atto di paura, perché cancella delle leggi balorde che il Parlamento ha fatto”.