Rimproverano il figlio: madre aggredisce insegnante e personale scolastico

Rimproverano il figlio: madre aggredisce insegnante e personale scolastico

PALERMO – Ennesimo episodio di aggressione da parte di un genitore verso il personale scolastico.

“Lavorare a scuola non è mai stato così pericoloso. L’escalation di aggressioni e offese agli insegnanti e al personale Ata, da parte di genitori e studenti sta facendo emergere il disagio profondo in cui versano la scuola e la società intera”.  Ad affermarlo è Vito Cassata segretario, generale Cisl Scuola Palermo Trapani, a seguito dell’aggressione avvenuta nei giorni scorsi all’Istituto comprensivo Lombardo Radice di Palermo in corso Calatafimi.

Aggressione personale scolastico, l’accaduto

Due collaboratori scolastici, hanno riportato una prognosi di sei giorni, per aver impedito che un’insegnante cadesse dalle scale, dopo essere spintonata da un genitore, che avrebbe chiesto di raggiungere in aula una maestra, “colpevole” di aver rimproverato il figlio.

Secondo la ricostruzione un bambino stava giocando quando ha spinto, facendo cadere, un compagno disabile. L’insegnante ha rimproverato l’alunno chiedendogli di avere maggiore rispetto per i compagni, soprattutto quelli con più in difficoltà. Un richiamo che non è digerito dai genitori del bambino che giovedì scorso si sono presentati a scuola. Il padre dell’alunno sarebbe stato bloccato ma non la madre che è riuscita a entrare.

Prognosi di tre giorni per l’insegnante che insieme ai collaboratori scolastici ha fermato l’ingresso in aula del genitore.

“Condanniamo questi episodi senza sé e senza ma. Le ragioni di tali dinamiche si possono comprendere e superare costruttivamente solo attraverso una stretta alleanza tra i diversi attori che operano all’interno della comunità educante. Come tutti i fenomeni sociali, anche la violenza a scuola è un fenomeno pluri-determinato”.

Le dichiarazioni di Cisl scuola provinciale e della scuola Lombardo Radice

Il personale della scuola ha inviato una lettera aperta dopo l’accaduto rivolta al ministero dell’istruzione, all’ufficio scolastico provinciale e al sindaco di Palermo. Secondo Cisl scuola provinciale, “questi fatti rappresentano la somma di tante solitudini individuali e contrapposte: quella della famiglia che risponde all’ansia per il futuro incerto del proprio figlio abdicando al suo fondamentale ruolo educativo, quella dello studente in cerca di un’affermazione che sperimenta sui coetanei; quella del docente, lasciato solo a gestire le difficili dinamiche di classi sempre più numerose e problematiche, quella dei dirigenti scolastici, anch’essi soli e schiacciati dalle pressioni di un’amministrazione che li vuole in alcuni casi manager e in altre sottoposti”.

“Situazioni del genere non devono capitare in nessuna scuola e gli alunni non devono essere esposti a un pericolo simile e noi dobbiamo garantire l’incolumità dei bambini – dicono dalla scuola Lombardo Radice – Vogliamo che si accendano i riflettori su quanto accaduto. Negli ultimi anni siamo diventati ostaggi dei genitori, veniamo attaccati sia verbalmente che fisicamente.
Quotidianamente non arriviamo a questi eccessi, ma è diventato estremamente problematico. Non si può andare al lavoro e rischiare la vita. Il genitore in questione voleva avere un colloquio con l’insegnante e abbiamo risposto che non era possibile in quella giornata, ma che avremmo pianificato un appuntamento in un secondo momento, ma questa risposta non è stata accettata”.

Le dichiarazioni di Vito Cassata, segretario generale Cisl Scuola Palermo-Trapani

Vito Cassata aggiunge “ad un livello più profondo, c’è l’abdicazione dei genitori al loro ruolo educativo e la completa delega alla scuola della responsabilità di dire di no ai propri figli superprotetti, e nel contempo la svalutazione e il discredito del ruolo educativo degli insegnanti, ai quali viene riservata la considerazione di cui godono insegnanti sottopagati, invece del prestigio, di cui dovrebbero godere dei professionisti ai quali si affida il futuro delle nuove generazioni”.

Federica Badami: “la società in cui viviamo ha una grande responsabilità”

La segretaria generale Cisl Palermo Trapani Federica Badami dichiara che: “la società in cui viviamo ha una grande responsabilità e fatti di questo tipo fanno comprendere perché fra gli adolescenti il fenomeno del branco e della violenza stia sempre più dilagando. Alla scuola si chiede continuamente di sopperire a tutte le lacune e ai mali profondi della società, senza però dotarla di mezzi, di competenze, di prestigio e di considerazione sociale. Per questo ringraziamo gli insegnanti per lo spirito di abnegazione, per il loro lavoro quotidiano e il ruolo educativo, che oggi è ancora più centrale e fondamentale per il futuro dei nostri territori”.

“Non si possono più tollerare le aggressioni”

“Non si possono più tollerare le aggressioni che quotidianamente hanno come bersaglio le scuole di Palermo e il corpo docente. A scuola, ogni giorno, si lavora con passione, competenza e dedizione per garantire un ambiente educativo sicuro e accogliente. L’episodio recente non è solo un’aggressione fisica, ma un attacco ai valori fondamentali della comunità scolastica” affermano il segretario generale Flc Cgil Palermo Fabio Cirino e Caterina Altamore, docente della scuola e sindacalista della Cgil Palermo.

“Chiediamo con forza – riprendono – che siano dottate misure concrete per tutelare la sicurezza e la dignità di chi opera nella scuola. È essenziale che le istituzioni riconoscano e sostengano l’impegno quotidiano dei docenti, affinché la scuola continui a essere un luogo di crescita, rispetto e serenità per tutti. E’ giunto il momento di affrontare la questione anche dal punto di vista educativo, per valorizzare la figura dell’insegnante e per far recuperare all’intera società quel valore, quel prestigio e quell’autorevolezza oggi perse a causa dello svilimento contrattuale, salariale e valoriale del ruolo dei docenti”.

Le dichiarazioni del consigliere comunale Ottavio Zacco

“L’episodio gravissimo verificatosi presso l’Istituto Comprensivo Lombardo Radice di Palermo, dove due collaboratori scolastici hanno riportato una prognosi di sei giorni dopo l’aggressione di un genitore che voleva spingere un’insegnante dalle scale a seguito di un rimprovero rivolto al figlio, rappresenta un campanello d’allarme che non possiamo più ignorare.

Non si tratta di un fatto isolato, ma del sintomo drammatico di un disagio educativo e sociale profondo, che si manifesta sempre più spesso in atti di violenza contro chi quotidianamente si prende cura sia della salute dei cittadini che della formazione e della crescita dei nostri ragazzi.

Quanto accaduto conferma la necessità – e l’urgenza – della mozione che ho presentato nelle scorse settimane, nella quale ho chiesto l’istituzione di un tavolo tecnico interistituzionale per affrontare in maniera organica e strutturata il fenomeno della violenza e del disagio giovanile. Serve un approccio sistemico che coinvolga scuola, servizi sociali, istituzioni sanitarie, associazionismo, istituzioni religiose e famiglie.

“L’aggressione al  personale scolastico non è solo un’offesa alla persona, ma un attacco all’intera comunità educante”

L’aggressione a un’insegnante non è solo un’offesa alla persona, ma un attacco all’intera comunità educante, e chiama in causa le responsabilità collettive nel garantire ambienti scolastici sicuri, protetti, autorevoli.

Esprimo piena solidarietà alla docente vittima dell’aggressione, al personale scolastico ferito e a tutta la comunità scolastica coinvolta. Ma al tempo stesso, rivolgo un appello accorato a tutte le forze politiche: si superino divisioni e appartenenze, e si lavori insieme per un grande Patto per l’Educazione che metta al centro l’infanzia, l’adolescenza e le famiglie.

“Trasformare le parole in azioni”

È giunto il momento di trasformare le parole in azioni, e di dotare Palermo degli strumenti necessari per prevenire il disagio, rafforzare la coesione sociale e restituire autorevolezza e tutela a chi educa. La scuola non può essere lasciata sola”.