SICILIA – Ogni estate la Sicilia si ritrova avvolta dalle fiamme, ma il vero nemico non è il fuoco in sé, bensì chi lo scatena: l’uomo.
Incendi dolosi, negligenze e comportamenti irresponsabili trasformano vaste aree di territorio in roghi devastanti, mettendo a rischio vite, ambiente ed economia. Quella che ormai viene definita “emergenza infinita” torna puntuale anche nel 2025, con numeri e dinamiche che fanno riflettere sull’urgenza di un cambiamento profondo.
La Sicilia si prepara alla stagione degli incendi: un trend super negativo
La campagna antincendio è partita proprio questa settimana, ma già nei primi mesi dell’anno si sono registrati incendi boschivi, con province come Agrigento, Messina e Catania particolarmente colpite. Le condizioni climatiche sfavorevoli, come temperature alte e venti forti, aggravano la situazione, ma è l’azione umana a rappresentare la causa principale dei roghi.
Negli ultimi dieci anni, i dati ufficiali mostrano un peggioramento costante: nel 2015 si registravano circa 3.200 incendi che hanno interessato 11.000 ettari di territorio, mentre nel 2024 i numeri sono saliti a 4.730 incendi e 15.000 ettari bruciati. Il confronto sul primo semestre evidenzia un quadro ancor più preoccupante: la superficie incendiata da gennaio a giugno 2023 era poco più di 1.000 ettari, nel 2024 è quasi triplicata a circa 2.800 ettari. Per il 2025, i dati parziali indicano già oltre 3.100 ettari bruciati nei primi mesi, confermando un trend in crescita e difficile da invertire.
Le carenze strutturali
Si parla di una situazione che coinvolge l’ipocrisia umana dei cittadini e sopratutto di quei siciliani che urlano al mondo il loro amore per la “Sicilia terra mia bedda”.
Ma i dati sono cinici e la terra nostra si fa sempre meno bedda: più del 70% dei roghi è doloso. A questo si aggiungono carenze strutturali come mancata manutenzione dei boschi e accumulo di materiale infiammabile; insufficiente personale e mezzi per la lotta attiva agli incendi; ritardi e carenze nei controlli e nella sorveglianza del territorio. Questi elementi si combinano in un circolo vizioso che alimenta una crisi apparentemente senza fine.
Le azioni della Regione
Di fronte a questa situazione critica, la Regione Siciliana ha varato un piano per rafforzare la lotta agli incendi, come previsto dal decreto dell’assessore al Territorio e Ambiente, Giusi Savarino. La campagna antincendio è stata potenziata con un rafforzamento delle squadre e degli strumenti a disposizione.
Il presidente della Regione, Renato Schifani, ha dichiarato: “La salvaguardia del nostro patrimonio ambientale è una priorità assoluta per il mio governo. Quest’anno abbiamo investito risorse e competenze per garantire una risposta più tempestiva ed efficace agli incendi. La prevenzione e il contrasto ai roghi richiedono uno sforzo corale. Abbiamo rafforzato la collaborazione con tutte le forze in campo e predisposto una sala operativa unificata che coordinerà ogni intervento sul territorio.”
L’assessore Savarino ha sottolineato come “ci sarà un controllo più capillare del territorio grazie all’ampliamento delle convenzioni con i vigili del fuoco e i carabinieri. In particolare, i militari dell’Arma utilizzeranno potenti droni, capaci di operare anche in condizioni di forte scirocco, per attività di monitoraggio e individuazione di piromani. Sarà inoltre fatto ampio uso di telecamere e termocamere.”
Sono state incrementate le squadre antincendio in punti strategici come Pantelleria, a protezione del parco naturale, e ad Agrigento. Una nuova organizzazione dei direttori delle operazioni di spegnimento (Dos) garantirà turnazioni continue a livello regionale e comprensoriale.
Inoltre, la Regione ha sollecitato Comuni, Province e ANAS a far rispettare le ordinanze per la pulizia delle sterpaglie da parte dei privati proprietari dei terreni, mentre un appello ai cittadini invita a segnalare immediatamente ogni principio di incendio e comportamenti sospetti al numero 1515. “Il 98% dei roghi è causato dalla mano dell’uomo – ricorda Savarino – ma oggi sempre più spesso questi piromani vengono individuati e arrestati.”
Responsabilità condivisa
Spezzare il ciclo degli incendi significa avere un cultura della responsabilità condivisa, dove ognuno riconosce il proprio ruolo nel proteggere l’ambiente e la comunità.
Capire che l’emergenza riguarda tutti e non solo il Governo. Riguarda me se butto la carta del gelato dopo una giornata al mare; riguarda te se in autostrada abbassi il finestrino per disfarti della tua sigaretta. Riguarda un popolo a cui piace lamentarsi ma che non si assume le proprie responsabilità. Facciamola qualcosa quindi se veramente consideriamo questa “La Sicilia terra nostra bedda”.