Inchiesta sul “reparto degli orrori” al Civico di Palermo: la risposta di Schifani

Inchiesta sul “reparto degli orrori” al Civico di Palermo: la risposta di Schifani

PALERMO – Dopo anni di servizio nel reparto di Chirurgia Toracica dell’ospedale Civico di Palermo, il dottor Francesco Caronia ha deciso di denunciare pubblicamente presunti abusi, interventi inutili e casi di malasanità, sostenendo le sue accuse con registrazioni audio, cartelle cliniche e testimonianze dirette. La sua denuncia è stata raccolta da un’inchiesta giornalistica condotta da Gaetano Pecoraro e Marco Occhipinti, andata in onda nel programma “Le Iene”.

Le denunce di Caronia

Dal luglio 2022, il dottor Caronia ha presentato ben otto denunce formali, corredate da prove concrete come nomi, numeri identificativi delle cartelle cliniche e altri dettagli cruciali per supportare le sue accuse. Le denunce sono state inoltrate alla magistratura e alle Forze dell’Ordine, ma, nonostante il tempo trascorso, nessun provvedimento concreto sarebbe stato adottato.

Secondo quanto riportato dal medico, nel reparto sarebbero stati eseguiti interventi chirurgici non necessari, falsificate cartelle cliniche per ottenere maggiori rimborsi dalla Regione e manipolate le liste d’attesa per favorire alcuni pazienti. Tra le accuse più gravi, Caronia denuncia pazienti deceduti a causa di ritardi diagnostico-terapeutici o interventi inutili, effettuati per raggiungere gli obiettivi fissati dalla direzione ospedaliera o per evitare che la sala operatoria rimanesse inutilizzata.

Morti evitabili e irregolarità amministrative

Il medico ha dichiarato di aver raccolto oltre 277 episodi sospetti, tra cui morti anomale e irregolarità amministrative, come il caso di dimissioni di pazienti già deceduti, con l’indicazione “uscito contro il parere dei sanitari” per evitare ulteriori accertamenti. Queste denunce sarebbero supportate da documenti, registrazioni audio e riscontri oggettivi già trasmessi alla Procura.

Uno degli episodi più scioccanti riguarda una donna di 37 anni, madre di due figli, che è morta dopo un intervento chirurgico che, secondo Caronia, “poteva e doveva essere evitato”. L’intervento, anziché una semplice biopsia in anestesia locale, ha portato a complicazioni fatali, mentre l’istologico post-operatorio ha rivelato una patologia trattabile.

L’audio che svelerebbe le responsabilità

In un’audio scioccante, il dottor Caronia ha registrato alcuni membri dell’équipe medica ammettere la responsabilità del decesso: “Fortunati che non ci ha denunciato”. Inoltre, Caronia ha rivelato che si è cercato di disincentivare la famiglia della donna a procedere legalmente, suggerendo che la paziente fosse arrivata troppo tardi in ospedale.

La reazione politica

Il caso ha acquisito dimensioni politiche, con il deputato regionale Ismaele La Vardera che ha denunciato il silenzio del presidente della Regione, Renato Schifani, chiedendo l’intervento urgente del Ministero della Salute. «Questa storia non può essere insabbiata. Chi tace è complice», ha dichiarato La Vardera, chiedendo un’ispezione ministeriale immediata e giustizia per le vittime.

L’assessore alla Salute, Daniela Faraoni, ha risposto prontamente, accogliendo l’appello e fissando un incontro con il medico e il deputato regionale, per discutere le accuse che scuotono il sistema sanitario siciliano. L’obiettivo è fare chiarezza e valutare provvedimenti concreti, mentre il confronto tra le istituzioni si preannuncia cruciale per il futuro della sanità siciliana.

La risposta del presidente Schifani

Il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, ha risposto alla vicenda dicendo: «Su quanto accaduto al Civico sono in contatto con l’assessore alla Salute Daniela Faraoni e con il direttore Salvatore Iacolino. Non staremo fermi e inermi su questa vicenda, che si aggiunge ad altre. Cercheremo di dare una adeguata risposta non soltanto all’opinione pubblica, ma anche alla qualità del nostro servizio. Occorre, anche in questa vicenda, coniugare rigore, efficienza e volontà di andare in fondo per non normalizzare semplicemente con banali interventi e nemmeno fare stragi».

Schifani ha aggiunto poi: «Cercheremo questa volta con l’assessore Faraoni – prosegue – in maniera, forse anche un attimo diversa, di essere incisivi e di verificare le anomalie che possono verificarsi, a volte riconducibili ad atteggiamenti di singoli e non del sistema. Dobbiamo distinguere anche la varietà dei comportamenti. Dobbiamo avere il coraggio, la forza e la volontà di andare a fondo».