QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
Catania è una città affascinante: un diamante incastonato tra l’Etna e Mediterraneo, ricca di storia, cultura ed energia ma anche di molte contraddizioni. Il 30 Aprile 2025, ho avuto l’opportunità di intervistare Enrico Trantino, sindaco di Catania. Ho personalmente contattato la sua segreteria, ed ha gentilmente accettato la mia richiesta. L’incontro è durato circa 20 minuti, durante i quali abbiamo affrontato alcune delle principali problematiche della città, tra cui la gestione dei rifiuti, il degrado urbano, difficoltà sociali e di come questa amministrazione intenda intervenire.
Sig. sindaco, innanzitutto, grazie per il suo tempo. Prima di cominciare volevo chiederle un bilancio di questi due anni di amministrazione.
“Mi rendo conto che abbiamo ereditato una macchina estremamente stanca, senza motore, senza benzina, con pezzi arrugginiti. Quindi era inevitabile che non potessimo esigere una velocità maggiore di quella che stiamo imprimendo.
Però per mia natura non sono uno che si culla dei risultati ottenuti, ma cerca sempre di andare il più veloce possibile. Pertanto, in questo senso mi posso dichiarare parzialmente insoddisfatto perché avrei voluto che fossimo più avanti rispetto a tante cose che stiamo facendo.”
Parlando del problema dei rifiuti e smaltimento, Il 17 ottobre 2024 scriveva su Facebook:” Sta diventando snervante, nonostante la partitura di nuovi centri di raccolta, l’organizzazione a chiamata e piattaforme mobili per il conferimento ingombranti, la situazione peggiora.”
– Lei stesso riconosce che la città soffre del grande problema di rifiuti e smaltimento, e sembra che ci sia una grande difficoltà a risolverlo. Com’è intervenuto e qual è la criticità?
“La fonte del problema risiede nel fatto che i nostri concittadini probabilmente in passato non sono stati richiamati al senso civico; pertanto, hanno sempre considerato il suolo pubblico come una terra di nessuno. Fin dal principio ho provato a spingere l’azione su più campi di condotta, attraverso una campagna di comunicazione, video in cui personalmente spiegavo come differenziare e sottolineando i costi per differenziare. Mi sono recato in tante scuole per far comprendere il valore del bene comune e del territorio come una risorsa che tutti dobbiamo preservare. Ho anche impresso maggiore forza nell’attività di repressione e quindi di sanzionamento.”
“Non crede che magari ci sia una po’ di sfiducia da parte dei cittadini, per mancanza di risultati tangibili?”
“Io invito tutti quanti a girare per la città, anche nei quartieri a Nord e a Sud la mattina presto. La città è pulitissima. Il problema si verifica subito dopo, appena i catanesi scendono in strada. Quindi sono i cittadini, siamo noi che sporchiamo! La spazzatura rimane lì, abbandonata. Sono i catanesi che dopo la bonifica della discarica, dopo dieci minuti la riempiono nuovamente. Ecco perché non è un problema di sfiducia nei miei confronti o delle nostre azioni, assolutamente.”
Sindaco, adesso vorrei parlare di sicurezza e criminalità. Nell’aprile 2024 il Sole 24 Ore pubblica un articolo sull’indice di criminalità nelle città italiane e Catania si trova al 24° posto su 106. In merito a questo lei ha detto di aver richiesto un rinforzo di pattuglie di forze dell’ordine e poi ha aggiunto: “questo non significa che potremmo debellare la delinquenza, poiché è effetto quasi collaterale di condizioni sociali di degrado che non sarà mai possibile neutralizzare del tutto.” Abbiamo capito che si batte molto sul fronte della sicurezza dal punto di vista istituzionale, ma per quanto riguarda le “condizioni sociali di degrado”, che lei afferma non sarà mai possibile debellare del tutto, come intende intervenire?
“Noi abbiamo sempre una cartina Tornasole che è rappresentata dalla Catania del 1993: la gente andava nei caffè-concerto, diceva di essere felice, ma quell’anno ci furono 100 omicidi e un quantitativo di estorsioni e rapine che oggi ci sogniamo. Ad oggi abbiamo una criminalità di natura predatoria: furti, danneggiamenti d’auto, etc.…, perché rispondono tutte a questo maledetto fenomeno del crack, per cui moltissime persone pur di racimolare qualche soldo si rendono conto che scassinando una macchina, qualcosa per comprarsi la droga la trovano. Il fatto stesso che il sindaco stia dicendo: “io sono uno di voi, non sono il primo cittadino, non ho un livello diverso”, sto piuttosto cercando di ridurre le distanze perché spesso la creazione di sovrastrutture ha determinato un maggior grado di diffidenza da parte della cittadinanza. Ma nello stesso tempo ci attiviamo anche con la realizzazione di alcuni interventi, penso per esempio al piano San Cristoforo; abbiamo ricevuto 20 milioni dall’attuale governo e stiamo investendo nel miglioramento delle condizioni scolastiche. Vogliamo costruire una scuola ex novo, creare delle strutture sportive a supporto, creare un ritorno all’artigianato che possa dare orizzonti professionali ai figli. In definitiva stiamo cercando di dare una visione un po’ più complessiva, che permetta di invogliare il cittadino che fino adesso è stato complice del degrado a comportarsi diversamente.”
“Ritiene che la criminalità sia aggravata anche dalla presenza di una comunità migratoria importante nella città di Catania?”
“Purtroppo, è un dato di fatto che, relativamente al Crack, il maggior numero di spacciatori appartiene alla comunità gambiana. L’alto numero di migranti non è legato alla criminalità ma, probabilmente lo è il degrado perché, trattasi di cittadini disattenti del rispetto delle regole e pulizia. Tanto è vero che provo a non arrendermi rispetto a certi fenomeni e cerco sempre di trovare una possibile soluzione, come visitare la moschea guidata dall’Imam Sarbi per confrontarmi con la comunità islamica che viene accolta senza remore dalla nostra città ma, che và sensibilizzata al “rispetto e alla cura della stessa”.”
“Vorrei chiudere l’intervista chiedendole: cosa dovrebbe spingere un giovane catanese a rimanere in città piuttosto che seguire l’enorme fuga di cervelli che è diventata una vera e propria minaccia per il paese?”
“Tantissimi ragazzi vanno via, non so se è per fare esperienze, non so se è per moda o, molto spesso, perché pensano che ci siano opportunità. Noi stiamo dimostrando che non solo ci sono opportunità ma che ce ne sono forse come in poche altre città in Italia, tant’è vero che alcune agenzie come Standard & Poor’s e Pricewaterhouse individuano Catania, sulla base dello studio di alcuni indicatori, come una delle città con il più alto potenziale di crescita per il futuro. In questo senso cerchiamo di intercettare determinati flussi per orientare le nostre scelte politiche come, per esempio, nel campo dell’innovazione e della tecnologia. Abbiamo messo insieme una quarantina di imprenditori e abbiamo coinvolto 30 giovani in rappresentanza di 5 mila studenti per creare un match che consenta ai ragazzi di capire quali sono le opportunità di crescita su Catania, nello stesso tempo cerchiamo anche di invogliare attraverso iniziative che stiamo proponendo proprio per far vedere che la nostra è una città viva, vitale, in cui c’è un forte fermento. A fine mese l’Hackaton, una competizione nel campo del digitale in cui persone che verranno da tutta Europa, si cimenteranno dietro nostra richiesta, nella creazione di un app che ci può consentire di essere più reattivi nel fenomeno di cui abbiamo parlato inizialmente, quello dei rifiuti.”
Andrea Bianca 3^LC – Istituto Lombardo Radice – Catania (CT)