Primo maggio: un diritto per tutti, inclusi i lavoratori con disabilità

Primo maggio: un diritto per tutti, inclusi i lavoratori con disabilità

ITALIA – In occasione del 1° maggio, la Giornata Internazionale dei Lavoratori, è doveroso porre l’accento su una tematica spesso marginalizzata nel dibattito pubblico: il diritto al lavoro sicuro e dignitoso per le persone con disabilità.

In un mondo del lavoro che evolve rapidamente, l’inclusività non può più essere considerata un valore accessorio, ma una condizione essenziale per un’autentica giustizia sociale.

Disabilità e diritto al lavoro

La Costituzione tutela il lavoro come diritto fondamentale (art. 1 e 4), e la legge 68/1999 promuove l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità. Tuttavia, nonostante il quadro normativo esistente, la piena integrazione resta lontana.

Le barriere non sono solo architettoniche, ma anche culturali e organizzative.

In questo contesto, il Dlgs. n. 81/2008 rappresenta il pilastro normativo sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ma non tratta in modo specifico la disabilità. Tuttavia, alcuni articoli risultano fondamentali per la tutela dei lavoratori con esigenze particolari.

La sorveglianza sanitaria

L’articolo 41 prevede che tutti i lavoratori, inclusi quelli con disabilità, siano soggetti a sorveglianza sanitaria periodica. Il medico competente deve esprimere un giudizio sull’idoneità alla mansione specifica, con l’obiettivo di prevenire danni alla salute e promuovere la permanenza al lavoro in condizioni di sicurezza.

In caso di inidoneità alla mansione, l’art. 42 impone al datore di lavoro, ove possibile, di adibire il lavoratore a compiti alternativi, compatibili con le sue condizioni di salute. Questo può avvenire anche in deroga all’art. 2103 del codice civile, consentendo un demansionamento volontario se ciò serve a tutelare il diritto alla salute.

Luoghi di lavoro accessibili: l’obbligo dell’art. 63

L’accessibilità fisica è un diritto imprescindibile. L’art. 63 del Dlgs. 81/2008 stabilisce che i luoghi di lavoro devono essere strutturati tenendo conto delle esigenze dei lavoratori con disabilità.

Dalle porte ai servizi igienici, dalle scale ai posti di lavoro, ogni spazio dev’essere progettato per garantire sicurezza, autonomia e partecipazione attiva.

Il termineaccessibilità” non si riduce alla possibilità di entrare in un edificio, ma include la capacità di muoversi, interagire, lavorare e vivere il luogo di lavoro in maniera piena e indipendente. È una questione di dignità, non solo di conformità.

Intervista alla responsabile della cooperativa sociale L’Abbraccio

Ai nostri microfoni, in esclusiva, è intervenuta la responsabile della cooperativa sociale L’Abbraccio.

“Secondo me, nel mondo del lavoro – ha dichiarato la responsabile –  bisognerebbe dare vero significato a una parola molto usata oggi: inclusione. Essere inclusivi significa offrire opportunità a tutti, senza dimenticare il valore delle capacità individuali. Inclusione, infatti, vuol dire riconoscere ogni persona per ciò che sa fare e per ciò che può contribuire a dare”.