RANDAZZO – La Corte d’Appello di Catania ha dichiarato l’ex sindaco di Randazzo, Francesco Sgroi, e l’ex assessore Nunzio Proietto Batturi incandidabili. Una sentenza che ribalta il precedente pronunciamento del Tribunale, ma che – è bene ricordarlo – non è definitiva. Fino al giudizio della Cassazione, infatti, si resta zero a zero e palla al centro: i due ex amministratori restano, a tutti gli effetti, candidabili.
Francesco Sgroi incandidabile? Non ancora
A stabilire la momentanea incandidabilità è stata la prima Sezione civile della Corte d’Appello, presieduta da Nicola La Mantia. Il ricorso accolto, presentato dalla Prefettura di Catania, si fonda su quattro punti principali, tra cui il coinvolgimento di Sgroi – seppur marginale e senza capi d’imputazione – nell’operazione “Terra Bruciata” condotta dai carabinieri.
La sentenza si sofferma anche su un episodio del 2011, quando l’ex sindaco, a seguito di un furto subito, avrebbe chiesto aiuto a un noto esponente mafioso per recuperare la refurtiva. Un comportamento che la Corte ritiene indicativo di una frequentazione non occasionale con ambienti malavitosi. Si aggiungono, inoltre, rilievi su ritardi nell’esecuzione di demolizioni di immobili abusivi e la mancata assegnazione dei beni confiscati alla mafia.
La fermezza dell’ex sindaco
“Prendo atto della decisione della Corte, ma sottolineo che oltre il 95% degli addebiti mossi contro la mia amministrazione sono stati dichiarati infondati. La mia condotta è stata limpida, e lo dimostrano i pronunciamenti tanto del Tribunale quanto – in parte – della stessa Corte d’Appello”.
Non solo: la sentenza ha escluso qualsiasi condotta opaca nella gestione degli appalti pubblici, confermando che le ditte coinvolte erano tutte regolari e non vi era alcuna contiguità con ambienti mafiosi. È stata anche respinta con forza l’accusa secondo cui il dissesto finanziario del Comune sarebbe stato dichiarato per finalità illecite.
“Non intendo arretrare”
“Questa sentenza lascia aperti molti dubbi di legittimità. Confido nella Suprema Corte e continuo a credere nella giustizia. Non intendo arretrare di un millimetro”.
Dal punto di vista giuridico, il principio resta chiaro: l’incandidabilità opera solo con sentenza definitiva. Come ricordato da diversi autorevoli giuristi, finché non si pronuncia la Cassazione, l’eventuale partecipazione a competizioni elettorali non è preclusa. Nonostante l’impatto mediatico della decisione d’appello, Sgroi può – e tecnicamente potrà – candidarsi, almeno fino all’ultimo grado di giudizio.
In altre parole, la partita non è finita. Ed è il terzo tempo, quello davanti alla Suprema Corte, a decidere il risultato finale.
Articolo redatto in collaborazione con Alfio Papa