Calci e pugni in nome del “Dio denaro”. La tentata rapina a Messina

Calci e pugni in nome del “Dio denaro”. La tentata rapina a Messina

MESSINA – Certa gente non riesce proprio a stare lontana dai guai: è questo il caso di un 46enne dello Sri Lanka che, lo scorso sabato, si è reso responsabile di una tentata rapina e di una violenta aggressione nei confronti di un altro cittadino straniero.

L’uomo, ovviamente, non l’ha fatta franca, dal momento che – in seguito alla segnalazione di un testimone – sono giunti sul posto gli agenti della Polizia di Messina.

Tentata rapina a Messina

Un uomo, poco dopo la mezzanotte di sabato, ha allertato la Sala Operativa delle Questura di Messina, riferendo della violenta aggressione che si stava consumando, precisamente, sotto i portici di piazza Lo Sardo.

Una volta giunta la Volante, i poliziotti sono riusciti a rintracciare il soggetto corrispondente alla descrizione dell’aggressore. Quest’ultimo, infatti, era ancora ansimante e con tracce si sangue della vittima sugli indumenti.

Calci e pugni in nome del “dio Denaro”

Gli agenti, in seguito alla visione delle immagini estrapolate dagli impianti di videosorveglianza, hanno ricostruito la dinamica dei fatti. Secondo quanto emerge, infatti, il 46enne voleva impossessarsi di denaro che sapeva essere indosso alla vittima.

Il malvivente ha iniziato a sferrare calci e pugni talmente violenti da provocargli lesioni giudicate guaribili in 30 giorni.

Scattano le manette

Alla luce di quanto ricostruito, i poliziotti delle Volanti hanno proceduto all’arresto in flagranza del malvivente e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, all’esito degli atti di rito, l’arrestato è stato tradotto in carcere in attesa dell’udienza di convalida.

Nota

Quanto sopra, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito e nel rispetto dei diritti dell’indagato che, in considerazione dell’attuale fase delle indagini preliminari, sono da presumersi innocenti fino alla sentenza irrevocabile che ne accerti le responsabilità e con la precisazione che il giudizio, che si svolgerà in contraddittorio con le parti e le difese davanti al giudice terzo e imparziale, potrà concludersi anche con la prova dell’assenza di ogni forma di responsabilità in capo all’indagato.