QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
La speranza non bisogna perderla mai, a maggior ragione quando tutto va male. Quando sentiamo di nuove guerre, in televisione. Quando chiunque ci racconta cos’è successo a giovani ragazze che hanno dovuto fare i conti con la morte, per ragazzi che nella loro vita non avevano neanche un ruolo. Quando i prezzi salgono, e bisogna girare supermercati e supermercati per trovare i prodotti al costo più accessibile. Bisogna sperare per chi soffre, ma soprattutto per chi governa nel modo più scorretto affinché possa risvegliarsi dalla sete di potere e la fame di territori. Bisogna sperare per le ragazze onde evitare che la loro vita piena di sogni sia breve, ma soprattutto per chi è guidato dal male, affinché comprenda ciò che ha fatto al punto da non esserne più capace. Soprattutto per chi pensa di poterlo fare seguendo l’esempio di altri, affinché questi soggetti siano modelli sì, ma da non seguire. È necessario sperare che certe mentalità cambiano, se nessuno ci spera sarà sempre più difficile trovare la pace. D’altro canto si dice “la speranza è l’ultima a morire”. La speranza è quella persona che rimane per ultima alla festa per aiutare a sistemare, e che accetta anche che nessuno sia lì a farle compagnia, perché si trattiene ad aspettare. Attente che qualcuno la scelga, nonostante indifferenza e odio siano in competizione con lei e stiano vincendo. È lì in attesa di essere considerata da ognuno di noi. E questo è proprio l’anno giusto per iniziare davvero a considerarla.
Il tema del giubileo 2025 è questo: Pellegrini di speranza. Il giubileo prima era, per la popolazione ebraica, un anno di riposo preceduto da anni di duro lavoro e fatica. Celebrato ogni 100 anni, poi ogni 50. Ora ogni 25 anni i cristiani dedicano un anno non a riposarsi, ma a crescere sia spiritualmente che individualmente. Un anno di rinascita, di riflessione introspettiva, di perdono verso gli altri e verso se stessi. A guidare questo percorso è la preghiera, la croce è rappresentata anche come un’ancora a cui vari colori, nonché l’umanità nella diversità delle sue parti, si aggrappano. Un’ancora di salvezza necessaria se si vuole resistere a quel mare di difficoltà in cui ci si trova. Quel mare inquinato da plastica e indifferenza. Quel mare in cui si buttano talmente tanti rifiuti, che ormai non si può più fare il bagno senza immergersi nell’odio, nel peggio che l’uomo può dare. Anche affinché la natura, che è stata tanto maltrattata dall’uomo, possa tornare pulita. Non serve essere cristiani per approfittare di quest’anno per migliorarsi, cogliere il messaggio del giubileo. La speranza è un qualcosa che dovremmo risvegliare tutti.
SILVIA DI STEFANO 3 ^ BSU – LICEO ETTORE MAJORANA – SAN GIOVANNI LA PUNTA (CT)