PATERNÒ – Continua l’attività di controllo dei militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro N.I.L. di Catania, sia per garantire il rispetto della normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro, che per prevenire/contrastare le condotte criminali in tale settore, tra cui il fenomeno del “caporalato”.
Contrasto al fenomeno del “caporalato”
Già la scorsa settimana da un’operazione è emerso che i lavoratori venivano pagati meno di un’euro per ciascuna cassetta di prodotti trasportata. Mentre nel mese di marzo era scattata una denuncia con maxi-sanzione nei confronti di un 64enne di Paternò. Stavolta, sono state denunciate tre persone, ritenute responsabili d’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro. Occorre però ricordare sempre che la presunzione d’innocenza degli indagati, valevole ora e fino a condanna definitiva.
Il personale specializzato del N.I.L. ha infatti concluso un’importante operazione. Dall’attività ispettiva è emerso un sistema illecito di reclutamento e utilizzo di manodopera, ai danni di due lavoratori stranieri in condizione di forte vulnerabilità.
I tre denunciati
I soggetti coinvolti sono un 32enne di Biancavilla, con precedenti penali, presidente del consiglio di amministrazione di una cooperativa agricola, un 38enne originario del Marocco e residente ad Adrano, incensurato, che operava come intermediario e caporale per la medesima azienda, e un altro 38enne residente a Scordia, con precedenti, che collaborava di fatto con la cooperativa.
Secondo quanto emerso dagli accertamenti, i tre avrebbero impiegato due cittadini extracomunitari in condizioni lavorative altamente degradanti. I lavoratori ricevevano una retribuzione palesemente inferiore rispetto a quanto previsto dal contratto collettivo nazionale. Inoltre, erano costretti a svolgere orari di lavoro eccessivi, operando in ambienti privi delle minime condizioni di sicurezza.
Nel dettaglio, sulla base degli indizi raccolti da verificare in sede giurisdizionale, l’indagato di origini straniere è anche accusato del reato di estorsione. Quest’ultimo infatti avrebbe minacciato uno dei due lavoratori di licenziamento, qualora non gli avesse restituito parte della già misera paga ricevuta.
Al termine delle verifiche, le due vittime del sistema illecito sono state affidate a una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni, che garantirà loro assistenza e protezione.
Il comando provinciale di Catania ribadisce con forza l’impegno costante nel contrastare ogni forma di sfruttamento e di violazione dei diritti fondamentali, riaffermando la volontà di tutelare la dignità di ogni lavoratore, a prescindere dalla provenienza o dalla condizione sociale.