IL CONDUCENTE NON AIUTA UNA RAGAZZA IN  PERICOLO, LA SUA RISPOSTA É “IO NON NE VOGLIO  SAPERE NIENTE”

IL CONDUCENTE NON AIUTA UNA RAGAZZA IN PERICOLO, LA SUA RISPOSTA É “IO NON NE VOGLIO SAPERE NIENTE”

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

<<Uno dei comportamenti che non comprenderò mai è quello di un’autista che mi ha riportato a casa  e che ha fatto finta di nulla quando gli ho chiesto aiuto>>. Sono queste le parole con le quali la  tiktoker Mihaela Marian denuncia l’aggressione subita su un pullman la notte del 3 agosto del 2023 e  di come il conducente non le abbia prestato soccorso. La studentessa universitaria, ventiseienne all’epoca dei fatti, ha infatti stroncato la quotidianità dei suoi contenuti social postati con la  condivisione di un video per descrivere le dinamiche dell’accaduto e il suo stato d’animo.  

Stando al suo racconto, la ragazza quella sera conclude il suo turno di lavoro e dopo una passeggiata  con un’amica al centro di Roma ritorna a casa con un notturno, sedendosi nei primi posti disponibili  vicini all’autista. Una volta sulla vettura, nota la presenza di due ragazzi sui sedili in fondo all’autobus  “con una spiccata voglia di scherzare quella sera”. Mentre il pullman si accinge a partire prendono  posto poco dietro di lei, ma questo gesto non sembra preoccupare Mihaela: “Io vivo da sola a Roma dall’età di 18 anni. Poi in quanto donna, sto molto attenta a non urtare la sensibilità degli uomini vestendomi sempre in maniera adeguata. Quindi io quella sera non avrei dovuto destare la loro  attenzione”. Eppure, le sue convinzioni servono a poco e anche il tragitto dalla durata di pochi minuti  si rivela abbastanza sufficiente per far concludere una serata qualunque in un dramma.  

I due ragazzi, infatti, inizialmente si avvicinano sedendosi attaccati a lei. Uno di loro le avrebbe  appoggiato sul fianco un coltellino, mentre l’altro le avrebbe bloccato il passaggio accerchiandola.  Mihaela comincia quindi a battere contro il vetro per attirare l’attenzione dell’uomo e chiedergli di  farla passare dalla sua parte. “Eh hai paura? Ma noi non ti stiamo facendo niente” sono i commenti  che i due, nel frattempo, le avrebbero rivolto insieme a dei contatti fisici. Istanti di silenzio. Poi  l’autista rivolge lo sguardo verso di lei dicendo di non voler essere coinvolto nella faccenda, per poi  prendere il cellulare e continuare a guidare. In attesa di risposta da parte dei carabinieri, la ragazza si  sarebbe rivolta a dei netturbini una volta scesa per essere riaccompagnata a casa in sicurezza.  

A distanza di tempo dall’aggressione, Mihaela esprime parole di delusione: “Questa situazione  presenta tanti problemi. Lasciamo stare quei due, questo succede perché non abbiamo strumenti di  difesa. Ma ignorare una ragazza indifesa rivela un problema di umanità”. Mihaela continua a chiedersi  se quell’uomo si sia reso conto del pericolo che lei ha rischiato di correre, stupendosi della sua  mancanza di empatia. “Lui come ha dormito? Si è chiesto che fine avessi fatto?”. Domande che  resteranno senza risposta e che lasciano spazio ad un altro quesito. L’indifferenza può davvero  arrivare a tanto?

Chiara Agata Arcifa 4ESA , Liceo Scientifico E. Boggio Lera – Catania (CT)

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