CATANIA – Nel Tribunale di piazza Giovanni Verga si è svolta oggi una conferenza stampa nella quale Bruno Di Marco, presidente del Tribunale, ha rilasciato dichiarazioni riguardanti il fattore strutturale dell’edilizia giudiziaria:
«L’edilizia giudiziaria è un problema non ancora risolto dato che le accresciute esigenze logistiche del Tribunale connesse all’accorpamento delle sezioni distaccate, peraltro di notevoli dimensioni, reclamano la necessità di individuare nuovi spazi e nuovi locali da destinare al personale di magistratura ed amministrativo, soprattutto a causa dell’assai accresciuto volume dell’attività giuridica. Il tutto – spiega Di Marco – è reso ancora più complesso e drammatico dall’indecente e insostenibile inadeguatezza dei locali disponibili nell’edificio di piazza Verga, sede centrale del Tribunale, dove già mancavano sia le aule per la celebrazione delle udienze civili, eseguite nelle scomode stanze condivise da più giudici, e sia quelle di udienza penale. Tutto ciò ha implicato un aumento delle esigenze di servizio a seguito della soppressione delle sezioni distaccate: in tali condizioni, non sarà più possibile assicurare un complessivo volume di udienze civili, corrispondente al numero dei giudici oggi in attività».
Pertanto, il numero di udienze civili verrà quasi certamente ridotto per ogni singolo giudice, in modo da permettere ai magistrati di “usufruire” dei piccoli locali a disposizione.
Il presidente Di Marco ha voluto concludere così il suo intervento: «Sono consapevole e molto rammaricato per le gravi conseguenze, soprattutto in termini di tempistica dei processi. In questo modo si rischia una vera e propria paralisi del servizio, perciò è necessario risolvere al più presto questa spiacevole situazione».
Sulla problematica è intervenuto anche il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Catania Maurizio Magnano di San Lio. Questi alcuni passi del suo intervento:
“L’odierno disagio è chiaramente figlio di mancata programmazione e soprattutto di mancata cognizione della quotidianità. L’Avvocatura Catanese aveva già previsto questa situazione di disagio nel momento in cui era iniziato il dibattito sulla soppressione delle Sezioni distaccate dei Tribunali e, per quanto ci riguarda, delle sette sezioni, previsione che era sin troppo facile fare su quanto si sarebbe verificato all’indomani del 13 settembre 2013, data della riforma. Già il 10 luglio 2012 e, ancora il 16 aprile 2013, nell’ambito della collaborazione che c’è stata e c’è con la Presidenza del Tribunale, l’Ordine aveva espresso parere di assoluta perplessità sulla soppressione delle sette sedi decentrate sollevando le problematiche del grande afflusso di protagonisti della quotidianità giudiziaria sul Palazzo di Giustizia di Catania e del nodo degli ambienti di lavoro nel momento in cui l’insufficienza degli uffici giudiziari di Catania era già un male cronico. Si invocava almeno l’applicazione dell’art 8 del decreto Legislativo 7.9.2012 n. 155 e della nota del Ministero della Giustizia 18.3.2013 a firma del capo dipartimento Dott. Birritteri che consentivano l’utilizzo per un periodo non superiore ai 5 anni degli immobili soppressi al servizio dell’ufficio principale. Mi rendo conto che la realtà catanese sarà sovrapponibile ad altre esistenti nel nostro Paese ma del nostro contesto oggi ci occupiamo. Si era nel passato trovata la soluzione dell’edificio già delle Poste sito in Viale Africa che oggi non viene più ritenuta di attualità e si ritiene di proporre l’immobile ex Ascoli Tomaselli, soluzione non gradita all’Avvocatura per la ragione evidente che si tratta di ennesimo sito che non risolve tutte le problematiche logistiche, collocato a diversi chilometri dal Tribunale, il tutto con evidente disagio per chi esercita la professione forense, costretta a percorrere la nostra città con il traffico caotico per raggiungere ben sei siti diversi. La situazione diventa ancora più difficoltosa proprio perchè dall’1 settembre 2015, la tematica uffici giudizari passa dalla competenza del singolo Comune al Ministero della Giustizia e, pertanto, la soluzione non si aspetta certamente in tempi brevi. Non è possibile, però, essere soltanto critici ma, nell’ambito della criticità, essere propositivi. La soluzione dell’Avvocatura catanese è quella presa nel corso di un’affollata assemblea tenutasi nei locali dell’Ordine il 20 luglio 2015, ossia di chiedere innanzitutto alle competenti Autorità la riapertura di tre sezioni distaccate del Tribunale di Catania e va sottolineato si tratta di immobili nuovi o ristrutturati e, nel caso di Giarre, mai formalmente inaugurato“.