MISILMERI – Un silenzio carico di lacrime e dolore ha accolto l’arrivo del feretro di Sara Campanella, la studentessa universitaria tragicamente uccisa lunedì scorso a Messina dal collega Stefano Argentino. Un dolore che ha unito l’intera comunità di Misilmeri, paese natale della giovane, dove domani si terrà l’ultimo saluto.
Misilmeri abbraccia Sara Campanella
“Era un angelo, il nostro angelo”, hanno sussurrato i familiari tra le lacrime, mentre il corteo funebre si fermava in piazza delle Anime Sante, davanti alla chiesa dove è stata allestita la camera ardente. Nella bara bianca, la foto di Sara e un messaggio chiaro e forte: “No alla violenza”.
Allo scoccare delle campane, la piazza si è riempita di un applauso commosso e di un grido che ha squarciato il silenzio: “Sara vive”. A seguire, un momento di raccoglimento e preghiera voluto dalla famiglia, prima dell’ingresso in chiesa, dove hanno preso posto anche gli scout del gruppo Misilmeri, a cui Sara apparteneva.
“Figlia di tutti noi”
Un lenzuolo bianco con scritto “Sara Campanella, figlia di tutti noi” è stato srotolato da un balcone che si affaccia sulla piazza. Tanta gente è arrivata anche da Palermo e dai comuni limitrofi, unita da un dolore collettivo difficile da esprimere a parole.
“C’è un silenzio assordante per le strade di Misilmeri – racconta con commozione Federica Badami, segretaria provinciale della Cisl Palermo-Trapani, originaria del paese –. La nostra comunità è devastata. Quando vedi certe tragedie al telegiornale, pensi che non possano mai toccarti da vicino. Ma quando accade a una realtà coesa come la nostra, il dolore lo senti ovunque, nei volti, negli sguardi, nei passi lenti della gente”.
E poi, un appello forte: “La scuola da sola non basta. Serve una rete vera tra famiglie, istituzioni e società. Serve educare al rispetto. Un no è no, anche se prima ci sono stati dieci sì”.
Sara, simbolo di una generazione che chiede rispetto e libertà, oggi è stata salutata da una comunità ferita ma unita, che promette di non dimenticare.