QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
E se non puoi la vita che desideri
cerca almeno questo per quanto sta in te:
non sciuparla nel troppo commercio con la gente
con troppe parole e in un viavai frenetico.
Non sciuparla portandola in giro
in balìa del quotidiano gioco balordo
degli incontri e degli inviti
fino a farne una stucchevole estranea
Costantino Kavafis
In un mondo in cui i rapporti si consumano in brevi incontri e le parole diventano vuote transazioni, è fondamentale ricordare l’importanza di un’esistenza vissuta in profondità, fatta di legami autentici e significativi.
Kavafis ci esorta a non sprecare la nostra vita, a non lasciarla sfuggire tra le mani in un continuo “commercio con la gente”, fatto di incontri che non lasciano traccia e di parole frivole ed effimere; ci sprona a non rimanere intrappolati in un vortice di relazioni superficiali che caratterizzano la vita moderna. Ci suggerisce di far tesoro di quelli che sono i legami profondi con le persone che ci circondano senza essere “in balìa di un quotidiano gioco balordo degli incontri e degli inviti”. Quando ci soffermiamo a riflettere, iniziamo ad apprezzare ogni cosa, riconoscendo che ogni essere ha una storia e un contributo unico da offrire. Ciò porta a una maggiore empatia e solidarietà, poiché comprendiamo che la dignità non è una merce, ma un diritto fondamentale. Questo può favorire una società più giusta, dove il rispetto per l’altro diventa il fondamento delle relazioni interpersonali. Tuttavia, ci si accontenta di una vita vuota fino a non conoscere più sé stessi. A quel punto la vita diventa estranea, come se a viverla non fossimo noi in prima persona ma qualcun altro. Così estranea che l’autore riporta l’aggettivo “stucchevole”, quindi così lontana da noi da diventare nauseante. I mille adempimenti, le richieste degli altri, gli inviti e gli impegni che ci sovrastano ci fanno dimenticare l’importanza di momenti più semplici, ma forse più veri: stare con le persone che amiamo, dedicare tempo a noi stessi, trovare un equilibrio tra doveri e desideri.
Noi esseri umani non ci fermiamo mai, siamo sempre di corsa per inseguire un obiettivo dopo l’altro, quasi come cavalli da corsa. Ma quand’è che ci fermiamo ad assaporare la vita? Una vita bella,ma breve e noi la viviamo in una frenetica superficialità. A volte, ci accorgiamo che la vita ci scivola tra le dita mentre siamo troppo impegnati a correre dietro a un ideale di successo che non ci appartiene. La lirica di Kavafis è un invito a ripensare alle nostre scelte, a concederci il coraggio di abbracciare cambiamenti e a riscoprire il valore di ogni istante vissuto con consapevolezza e passione.
Non dobbiamo dimenticare l’importanza di vivere una vita autentica. Facciamo tesoro del tempo con i nostri amici, i nostri familiari e con noi stessi. Solo così potremo davvero “fare nostra la vita”, imparando a scegliere consapevolmente ciò che è più significativo, senza farci travolgere dalla superficialità del mondo che ci circonda.
Spedaletti Melania Stefania 4^SIRI – ISTITUTO BENEDETTO RADICE – BRONTE (CT)