Crisi idrica a Enna, proposta di tariffazione e richiesta di partecipazione all’Assemblea dei Sindaci

Crisi idrica a Enna, proposta di tariffazione e richiesta di partecipazione all’Assemblea dei Sindaci

ENNA – In vista dellassemblea dellATI prevista per oggi, 21 marzo, durante la quale verrà discussa la determinazione della tariffa idrica per il periodo 2024-2029, il Comitato Cittadini Ennesi intende sottoporre alcune importanti osservazioni.

La necessità di una decisione tempestiva è stata sottolineata dalla diffida inviata da ARERA il 28 febbraio 2025, che impone all’Assemblea di deliberare entro 30 giorni. In caso contrario, la proposta tariffaria avanzata dal gestore AcquaEnna verrebbe automaticamente accolta. Tuttavia, la normativa vigente stabilisce chiaramente che l’unico organo preposto a determinare la tariffa è l’Assemblea dei Sindaci dei Comuni dell’ATI, salvo casi di inadempienza.

Negli ultimi anni, e in particolare durante la grave crisi idrica che ha colpito il territorio, la gestione del servizio idrico ha mostrato criticità evidenti. Lerogazione dellacqua è stata fortemente discontinua, con periodi di sospensione che hanno superato la settimana.

Questo problema non è stato causato solo dalla scarsità di piogge, ma anche dalla mancanza di una programmazione efficace da parte del gestore, che ha continuato a dipendere quasi esclusivamente dall’acquisto di acqua da Siciliacque S.p.A., senza esplorare fonti alternative.

Inoltre, il gestore l’ATI hanno predisposto un piano di emergenza aggiornato, lasciando i cittadini in balia di una situazione insostenibile.

La situazione

Di conseguenza, molte famiglie hanno dovuto sostenere spese significative per dotarsi di serbatoi e sistemi di accumulo, aggravando ulteriormente il peso economico della crisi. Parallelamente, le politiche tariffarie adottate negli anni precedenti hanno portato a un incremento del costo dell’acqua, con fasce di consumo penalizzanti per i cittadini.

Inoltre, numerosi costi indiretti gravano sulla tariffa, tra cui perdite idriche elevate nelle reti di distribuzione, la copertura di perdite economiche del gestore e la qualità scadente dell’acqua fornita, che spinge molti utenti all’acquisto di acqua in bottiglia, con conseguenze sia economiche che ambientali.

Cosa possono fare i sindaci per il servizio idrico?

I sindaci, riuniti nell’Assemblea Territoriale Idrica (ATI), hanno importanti funzioni di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato.

L’ATI è l’organo attraverso cui i Comuni partecipano alle decisioni sul servizio idrico, garantendo che l’acqua venga gestita in modo efficiente e sostenibile.

Quindi, i sindaci possono e devono far sentire la loro voce per tutelare gli interessi dei cittadini, influenzando le scelte e vigilando sulla qualità del servizio.

Negare questa responsabilità, sostenendo che i Comuni non abbiano più alcun ruolo, è solo un modo per evitare il confronto. I cittadini hanno il diritto di chiedere ai propri amministratori di agire per migliorare il servizio idrico e garantire trasparenza nella sua gestione.

Le richieste

Alla luce di queste criticità, chiediamo all’Assemblea dei Sindaci di adottare le seguenti misure:

  1. Riduzione della tariffa: Applicare una riduzione tariffaria al gestore per i continui disservizi e per la mancata programmazione di fonti alternative e di un adeguato piano di emergenza (art. 17 c. 4 della convenzione di gestione);
  2. Verifica dei costi di gestione: Effettuare un’analisi approfondita dei costi diretti e indiretti del servizio per individuare possibili risparmi e ridurre l’impatto sulle tariffe;
  3. Congelamento degli investimenti a carico della tariffa: Sospendere gli investimenti che prevedono cofinanziamento da parte dell’ATI, riducendo così i costi per gli utenti;
  4. Rimodulazione delle fasce tariffarie: Rivedere il sistema tariffario per correggere le distorsioni introdotte con il criterio del componente familiare, in contrasto con le direttive ARERA;
  5. Revisione del sistema di contribuzione agli investimenti: Chiedere alla Regione di uniformare la percentuale di contribuzione agli investimenti a quella applicata negli altri ambiti siciliani;
  6. Intervento sulla tariffa dellacqua fornita da Siciliacque S.p.A.: Sollecitare la Regione Sicilia affinché dia seguito alla sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa del 2021, che ha stabilito l’eccessività del prezzo applicato da Siciliacque S.p.A. sulla fornitura idrica. Inoltre, sul tema pende una rilevante questione di legittimità costituzionale sollevata con ordinanza n. 155/2024.

Infine, in conformità al Decreto Legislativo n. 201/2002, chiediamo che venga garantita la possibilità per il Comitato, così come per altri comitati presenti sul territorio, di assistere all’Assemblea del 21 marzo con una delegazione di rappresentanti, il cui numero sarà stabilito a discrezione dell’Assemblea.

Riteniamo che queste richieste siano fondamentali per garantire una gestione equa, trasparente ed efficiente del servizio idrico, ponendo finalmente al centro gli interessi dei cittadini.