Coordinamento Universitario: “Sprecati milioni sugli immobili per gli studenti”. La risposta secca di Unict e dell’Ersu

Coordinamento Universitario: “Sprecati milioni sugli immobili per gli studenti”. La risposta secca di Unict e dell’Ersu

CATANIA – Riflettori puntati sulla gestione, relativa agli ultimi anni, dei fondi e degli spazi dedicati agli studenti dell’Università di Catania.

Sono stati i componenti del “Coordinamento universitario Catania”, ad alzare la voce proprio riguardo a tre edifici sparsi per la città etnea.

Stando a quanto dichiarato dagli studenti, sarebbero state spese cifre davvero esose per l’affitto di locali che, oggi, “restano chiusi, sottoutilizzati o abbandonati”.

La redazione di Newsicilia ha deciso di riportare testualmente le dichiarazioni che sono state fatte da Lara Torrisi, portavoce del “Coordinamento universitario” e le risposte del professore Francesco Basile, rettore dell’Università di Catania e di Valerio Caltagirone, direttore dell’Ersu di Catania.

Lara Torrisi, del “Coordinamento Universitario”, infatti, ha dichiarato: “Il primo luogo che abbiamo deciso di sanzionare è quello che si trova in via Umberto n° 285. […] Durante gli 8 anni di gestione dell’Ateneo, sono stati spesi circa 1,8 milioni di euro, tra affitto annuo e lavori di ristrutturazione. Lo spazio è stato, dunque, ‘messo a nuovo’ ma mai utilizzato, lasciando all’agenzia un immobile reso perfettamente abitabile Ateneo”.

Il professore Francesco Basile, rettore dell’ateneo etneo ha così replicato: “L’edificio di via Umberto, che in passato ha ospitato alcune aule del Centro orientamento e formazione, il Centro di documentazione europea, la sede della radio e della web tv d’Ateneo, non è mai stato di proprietà dell’Università di Catania, ma concesso in locazione all’Ateneo fino al giugno 2016, termine oltre il quale l’amministrazione dell’Università non ha reputato opportuno rinnovare l’affitto, vista anche l’esosità del canone.
Nell’ottica di una razionalizzazione degli affitti passivi e del miglior utilizzo delle strutture, tutti gli uffici e le attività prima ospitati in quell’immobile sono adesso stati ricollocati in edifici di proprietà, ottenendo un sensibile contenimento della spesa a vantaggio dei servizi per la didattica e per la ricerca, oltre che benefici logistici e d’immagine.
Non rinnovando l’affitto dello stabile di via Umberto, l’Ateneo ha quindi optato per valorizzare i locali di sua proprietà abbandonando una struttura molto costosa e oltretutto dimostratasi avulsa dal contesto universitario”.

Le accuse da parte del Coordinamento universitario, hanno riguardato anche un altro immobile in pieno centro storico. La Torrisi ha affermato: “In via Plebiscito n° 782, invece, sono stati spesi più di 3 milioni di euro di fondi europei per realizzare un auditorium all’interno dell’ex ‘Casa Balilla’[…]. Sebbene i lavori di costruzione siano finiti, l’Ersu dichiara di non volerlo prendere in consegna fino a quando non verrà effettuato il collaudo, generando un empasse che ha portato all’Ateneo il carico dei costi di sorveglianza”.

A riguardo non si è fatta attendere la risposta di Valerio Caltagirone, direttore dell’Ersu di Catania: “Il plesso in via Plebiscito n° 782, ex cinema ‘Experia’, per intenderci, è stato ristrutturato dalla Soprintendenza e dovrebbe essere adibito a auditorium, ma non è stato ancora ufficialmente consegnato all’Ersu – spiega Caltagirone -. Concretamente ci sono ancora dei problemi alle cabine elettriche e, fino a quando non verrà messo tutto in sicurezza, non risponderemo di questo edificio. Abbiamo sempre dimostrato di essere completamente estranei alla gestione fino a questo momento, ed abbiamo emesso numerose lettere di diffida. Le somme di cui il “Coordinamento universitario” parla, sono fondi regionali che poco hanno a che vedere con le casse dell’Ersu. Abbiamo sollecitato tantissime volte la Soprintendenza ai beni culturali ad effettuare gli ultimi lavori, ma non abbiamo ancora ottenuto alcuna risposta”.

Infine, il terzo edificio segnalato è “La Città della Scienza”. Lara Torrisi ha affermato: “La struttura in via Simeto angolo viale Libertà, potrebbe accogliere un pubblico di 80mila visitatori all’anno.[…] nonostante gli sforzi lo spazio è sottoutilizzato, aperto in rare occasioni e poco fruibile per gli studenti. Per comprare e ricostruire la ‘Città della Scienza’ sono stati spesi 10 milioni di euro”.

A quest’ultimo ‘attacco’, il rettore Francesco Basile ha risposto: “La Città della Scienza di via Simeto è una struttura di prestigio nella quale l’Università di Catania ha investito molto, grazie a un finanziamento iniziale del ministero, e nella quale continua a credere, tanto da essere organicamente inserita all’interno del Sistema museale d’Ateneo. Grazie all’impegno personale di docenti e personale, la struttura è stata allestita e resa fruibile per alcuni periodi, nei quali ha ospitato mostre e altre iniziative culturali, richiamando parecchi visitatori. Per quanto riguarda la sua apertura permanente, siamo costantemente al lavoro per individuare e ottenere quei finanziamenti che servirebbero a far decollare definitivamente una struttura che può avere una forte connotazione didattica per gli studenti e per tutti i cittadini, sull’esempio di analoghe strutture divulgative realizzate in altre città”.

Sempre Lara Torrisi infine ha concluso: “[…] l’Ateneo di Catania possiede oltre 130 beni immobili, che potrebbero essere sfruttati per essere messi a disposizione degli studenti. A tal proposito abbiamo lanciato una raccolta firme partecipatissima per richiedere più spazi, e ci vedremo in assemblea con docenti e studenti il prossimo lunedì 23 Ottobre, alle ore 16 al Monastero dei Benedettini, per discutere quali soluzioni proporre e quali attuare”.

A fine ottobre o inizio di novembre il Comitato dovrebbe incontrarsi con il rettore dell’ateneo etneo, per avere un confronto.