Alberghi, cene e viaggi: come Giorgio Di Rosa “usava” l’Aias. La Corte dei Conti lo condanna

Alberghi, cene e viaggi: come Giorgio Di Rosa “usava” l’Aias. La Corte dei Conti lo condanna

PALERMO – Giorgio Di Rosa, adesso, è stato ufficialmente condannato.

L’ex presidente dell’Aias, infatti, dovrà risarcire l’Asp di Palermo di ben 578.804 euro, che Di Rosa avrebbe sottratto all’assistenza ai portatori di handicap. Il motivo? Avrebbe usato il ricavato per “finanziare” i suoi viaggi o pagare le sue cene in diversi ristoranti. A emanare la sentenza, partendo da un articolo pubblicato da “La Repubblica” due anni addietro, è stata la Corte dei Conti.

Nel dettaglio, i fatti sarebbero avvenuti fra il 2008 e il 2013, quando Di Rosa avrebbe percepito più di 330mila euro di rimborsi chilometrici, facendosi pagare soggiorni del valore di 30 mila euro in un hotel di Palermo per lui e la sua famiglia, in particolare figlio, moglie e cognati.

La svolta è avvenuta nel 2015, quando gli ispettori inviati all’Aias di Palermo hanno segnalato immediatamente l’ex presidente al 113, spiegando che era necessario un provvedimento di commissariamento quanto più urgente possibile. Ciò che salta fuori, inoltre, è che la Guardia di Finanza stava già indagando per malversazione ai danni dello stato e per truffa.

Le indagini proseguono, portando al nero su bianco certificato dalla Corte dei Conti: era stata una segnalazione anonima a far drizzare le orecchie ai finanzieri per risolvere il caso, facendo venire a galla 600 mila euro arrivati nelle casse dell’associazione da quelle pubbliche. L’esempio lampante riguarda gli alberghi dove, secondo quanto annotato dal collegio (nelle persone di Giuseppe Cernigliaro, Maria Rita Micci e Luciana Savagnone), sarebbe stato dimostrato che ogni volta che Di Rosa soggiornava a Palermo, erano insieme con lui la moglie e il figlio Andrea, che “consumavano pasti e dormivano a spese dell’associazione”.

Le spese, secondo l’accusa e secondo anche quanto emanato dalla Corte dei Conti, non possono non essere ritenute illegittime, vista l’assoluta arbitrarietà delle stesse”. Il conto è arrivato al mittente, ovvero Di Rosa, che ammonta, come detto, quasi a 600mila euro. Inclusa, tra l’altro, anche una spesa di 152mila euro circa per dare al figlio, Antonio Di Rosa, un posto come consulente Aias.