Obesità: rischi in gravidanza

Obesità: rischi in gravidanza

L’obesità complica dall’8 al 10 % di tutte le gravidanze; l’incidenza di obesità in gravidanza è in aumento, parallelamente all’aumento registrato nella popolazione generale. L’obesità in gravidanza è associata a un aumento significativo delle complicanze materne e fetali: 35 % delle donne che muoiono in gravidanza sono obese, il 50% in più rispetto alla popolazione generale. L’obesità è una condizione in cui si ha un aumento del grasso corporeo causata generalmente da un aumento del numero di calorie assunte rispetto al consumo. Soltanto in una piccola percentuale di pazienti l’obesità è causata da alcune malattie neurologiche o endocrine.

Nei paesi europei si stima che oltre la metà della popolazione adulta sia sovrappeso e il 20–30% sono obesi. La prevalenza dell’obesità nelle donne gravide varia da 1.8% a 25.3%. Comunemente il BMI (Body Mass Index cioè l’Indice di Massa Corporea) viene utilizzato per definire l’obesità. Il Body Mass Index (BMI) è un indice dello stato corporeo in termini antropometrici che correla l’altezza con il peso del soggetto. Si misura dividendo il peso in kg all’altezza in metri elevata al quadrato: Calcolo Indice Massa Corporea – BMI = peso (Kg) / altezza2 (metri) L’indice di massa corporea è semplice da calcolare ma non dà un’indicazione precisa circa la quantità di massa grassa del soggetto, che può essere ottenuta solamente con un’analisi plicometrica, eseguita con una bilancia impedenzometrica, con una plicometria o con una pesata idrostatica.

L’obesità in gravidanza è associata ad un aumento significativo delle complicanze materne e fetali. Peso ottimale da raggiungere durante la gravidanza I fabbisogni energetici alimentari aumentano durante la gravidanza, ma solo per l’ultimo trimestre e solo di circa 200 kcal al giorno. È assolutamente errato il concetto popolare del dover “mangiare per due” durante la gravidanza. Il fabbisogno aggiuntivo aumenta di circa 675 kcal al giorno durante la lattazione, per coprire la produzione di latte. Da recenti studi è emerso che la gravidanza più sana è associata ad un BMI pre-gravidanza di 23 kg/m2.

La quantità di peso ottenuta durante una gravidanza sana è variabile e influenzata dal peso corporeo pre-gravidanza e dalla presenza di edema. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha mostrato che il peso neonatale ottimale alla nascita di 3,1–3,6 kg è associato ad un aumento di peso della madre di 10–14 kg.

Le linee guida dell’Istituto di Medicina Americano per l’aumento di peso in gravidanza suggeriscono che le donne gravide sottopeso dovrebbero aumentare di 12,5–18 kg, le donne normopeso di 11,5–16 kg, le sovrappeso di 7–11,5 kg e le donne gravide obese di 5–9 kg. Una rapida perdita di peso o una dieta eccessiva durante la gravidanza sono potenzialmente pericolose, implicando cheto acidosi, associata alla morte del feto o ad un ritardo cognitivo successivo nella vita del neonato.

Le donne obese hanno un rischio maggiore di aborto e di parto pretermine, inoltre le complicanze alla nascita sono una conseguenza comunemente osservata nell’obesità materna che aumenta la probabilità di un parto cesareo d’emergenza. Le complicanze aggiuntive al parto da madri obese comprendono ipertensione e pre-eclampsia, macrosomia fetale e diabete gestazionale. La gravidanza è un momento vulnerabile in termini di nutrizione e salute per la madre e il bambino. Raggiungere un peso ottimale prima della gravidanza e ottenere un livello appropriato di peso durante la gravidanza viene raccomandato per assicurare un parto sicuro di un neonato vivo e vitale e per la salute futura del bambino.

Giuseppe_Ettore